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Il galateo nelle scuole, a parte il “lei” ai professori, sembrano ormai svanite le vecchie abitudini nelle aule di una volta

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Tempi duri per i docenti, il galateo a scuola, a parte la forma del“lei “ai professori sembra non esistere più. Rispetto ad una volta, sono cambiati abitudini, abbigliamento, postura all’interno delle classi scolastiche.

Il dare del “lei” ultimo baluardo di un galateo che non esiste più

Il dare del “lei “al professore sembra sia rimasto l’ultimo pilastro di un galateo scolastico ormai sparito quasi del tutto all’interno delle aule scolastiche.

Delle vecchie abitudini ad alzarsi in piedi quando entra il professore, sedersi con posture composte, vestire con decoro sembrano ormai scomparse nel dimenticatoio, gli studenti italiani hanno lasciato in mano ai ricordi della scuola dei nonni e dei genitori più anziani.

Nel tempo, nel corso degli anni, tante buone regole di comportamento, sembrano svanite nel nulla ma di questo non c’è molto da meravigliarsi perché poi di fatto la scuola è uno dei tanti specchi della società. Una società che evolve, cambia, non sempre in meglio, ma cambia cosi come cambia la cultura di un popolo. La moda, le abitudini, il mangiare, il linguaggio sono tutti aspetti di una società che evolve nel tempo anche grazie alla digitalizzazione e il mondo della Rete che consente una diffusione massiva e veloce di quello che avviene nel mondo.

Come riportato in un nostro articolo, i dati emersi da una recente ricerca di Skuola.net evidenziano che il 91% degli intervistati si rapporta con i docenti in classe utilizzando la formalità del “lei”.

Il 77% si alza in piedi per salutare l’insegnante, ma non con tutti, in alcuni casi alcuni professori vengono tolti da tale onore.

Ancora alcuni dati: 8 ragazzi su 10 confermano che si siedono in maniera scomposta sui banchi, ed è molto frequente che indossano cappucci anche durante le lezioni.

Il dress code: uno degli aspetti più distanti dalla scuola di una volta

Il tema abbigliamento merita un approfondimento a parte, ed è forse l’aspetto che maggiormente evidenzia un netto distacco con il passato.

Se pensiamo alla scuola del prima e dopo guerra, immagini sbiadite di vecchi film o foto nei bauli delle nonne, vedremo bambini con calzoni corti, camicia e giacca, grembiuli blu per i maschi e bianchi per le femmine e grossi fiocchi intorno al collo, tutti seduti in maniera composta sui banchi e in rigoroso silenzio ad ascoltare il maestro che parlava.

Oggi si fa fatica a non vedere jeans strappati, felpe con cappuccio indossato, pantaloni calati con intimo in vista, scarpe rigorosamente alla moda, capelli con il taglio del momento, zaino nero.

In alcuni istituti ma solo per volontà e disposizioni dei dirigenti scolastici, vengono vietati short e gonne troppo corte.

La postura quella “sconosciuta”

La postura è anche molto cambiata, oggi si vedono studenti semi sdraiati sui banchi o di traverso, sempre che qualche studente più agitato non metta sopra il banco i piedi.

Un galateo che sembra scomparso anche nel rispetto dei beni e strumenti messi a disposizione dalle scuole. Il banco è tra le vittime preferite dagli studenti, Addirittura l’88% afferma che è usanza comune “tappezzare la postazione di studio con disegni e scarabocchi di vario genere, con 1 su 4 che svela di scrivere sulla superficie del banco quotidianamente”. Per fortuna sembra superata la “vecchia” in questo caso pessima abitudine del passato di applicare gomme da masticare sotto il banco.

In conclusione, una scuola che cambia, si trasforma non solo passando dall’essere analogica ad un contesto sempre più digitale, ma anche nelle abitudini, nei costumi, nei modi di fare degli studenti e diciamo sicuramente anche nei professori.

Dino Galuppi

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