Sempre più ragazzi scelgono di prendersi un anno sabbatico dopo il diploma. Un periodo di pausa per capire cosa fare da “grandi”.
A livello internazionale è conosciuto come “Gap Year” un periodo di tempo utilizzato per fare esperienze nuove, imparare le lingue, ritrovare nuovi stimoli, cercare risposte professionali , tanto da essere incoraggiato dalle stesse Aziende a livello internazionale per i propri dipendenti per staccare dal lavoro e ricaricare le batterie.
Per i neo diplomati la scelta di questo anno serve a chiarirsi le idee sul percorso professionale da intraprendere senza rischiare di prendere magari la facoltà sbagliata.
In Italia quasi il 12 per cento degli iscritti all’Università , cioè circa un milione e settecento mila studenti in dati assoluti, riferisce il Miur, abbandona dopo il primo anno, mentre 15 su cento tra quelli che frequentano una triennale cambia corso durante i tre anni. E spesso si scelgono dopo, facoltà completamente diverse dal primo corso di studi.
Questi dati sono frutto di scelte che spesso i ragazzi fanno per consiglio dei genitori senza una corretta valutazione delle proprie attitudini e peculiarità. Un periodo di studio all’estero può, sia aumentare le conoscenze del ragazzo che portarlo ad una scelta più consapevole per il suo futuro.
Sono tante le scelte a disposizione dei ragazzi per utilizzare al meglio questa pausa. Dalla vacanza all’estero per perfezionare la lingua straniera in particolare ovviamente l’inglese, a progetti che rientrano nel settore solidarietà. Uno di questi è quello previsto dalla UE “Corpo europeo di solidarietà”; il progetto che offre a tutti i giovani dell’unione europea opportunità di lavoro e di volontariato per tutti quelli che hanno un età compresa tra i 17 e i 30 anni.
Altra possibilità è quella proposta da Intercultura che offre agli studenti più meritevoli la possibilità di studiare in altri Paesi nel corso del Scuola Superiore grazie all’inserimento presso le numerose famiglie volontarie sparse in tutto il Mondo Soggiorni fino a un anno che possono servire davvero ad aprirsi, vivendo in contesti multiculturali, sviluppando la capacità di gestire le emozioni per la lontananza dalla famiglia, imparando a essere indipendenti e più fiduciosi verso se stessi. Importante poi notare che l’esperienza all’estero rappresenta un elemento curricolare di notevole spessore per le aziende che assumono giovani perché sono sinonimi di mente aperta ed innovativa.
Non pensiamo però al viaggio con il classico zaino in spalla come avveniva qualche decennio fa. Adesso i moderni “gappers” sono organizzati ed utilizzano la tecnologia. Pianificano il loro progetto in maniera strutturata in grado di previlegiare sia l’aspetto dello studio che del futuro lavoro. Vedono questo tempo come un investimento su loro stessi e il loro futuro. Scelgono con attenzione l’alloggio, i corsi, gli stage e i lavori da fare. Tutto è pianificato per poter poi avere le basi per rimanere.
L’anno sabbatico può rappresentare, quindi, per i ragazzi una sorta di rito di iniziazione verso l’età adulta, un taglio definitivo del cordone ombelicale che altrimenti stenta ad avvenire, un traghetto verso la completa autonomia e l’indipendenza.
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