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Il genio scientifico si è estinto

Dean Keith Simonton, professore di psicologia alla University of California Davis, è giunto alla conclusione che molto probabilmente, dopo Albert Einstein, non ne vedremo mai più altri geni scientifici.
E infatti sostiene, come riferisce daily.wired.it, una distinzione di base tra lo scienziato creativo e il genio vero e proprio: “Lo scienziato creativo ha idee originali e utili. Il genio scientifico ha idee originali, utili e anche sorprendenti. E la sua inventiva porta a teorie, scoperte, invenzioni che non sono solo estensioni di una conoscenza preesistente in un campo specifico: la sua inventiva porta a una nuova conoscenza”.
Quello che sta succedendo sarebbe simile a quello che accade negli sport olimpici: “Abbiamo raggiunto dei record e continuiamo a superarli, ma solo di frazioni di secondo”. E porta l’esempio del bosone di Higgs: “Certo aver dimostrato la sua esistenza è una scoperta grandiosa, ma che era stata postulata da decenni”. Un po’ come se nel passato fossero stati scoperti tanti puntini, e noi ora li stessimo unendo progressivamente, senza però aggiungerne di nuovi.
Genio è stato, secondo lo psicologo, Galileo Galilei, fondatore di una nuova disciplina, l’osservazione telescopica degli astri. Genio è stato Charles Darwin, che, andando con la sua teoria sulla selezione naturale in opposizione alle idee dei biologi dell’epoca, ha stravolto un sapere preesistente. Ora “non c’è più nessuna disciplina da creare né da rivoluzionare”, dice Simonton, ed è per questo che il genio scientifico non può più esistere.
E poi ora il sapere scientifico è così vasto, complesso e specialistico, che la ricerca deve per forza muoversi su più tasselli, sparsi in gruppi di ricerca di tutto il mondo, nel portare avanti un’opera che ormai è frutto di una collettività e non del genio del singolo. E a questo proposito, apre il dibattito sull’attuale meccanismo dei finanziamenti e delle pubblicazioni scientifiche, che a suo parere stanno trasformando la ricerca in un ingranaggio industriale: “Certo avere un sistema strutturato, con delle regole precise, ha i suoi lati positivi. Ma mette a repentaglio la creatività pura e, quindi, il genio”.
Lo studioso inoltre pensa che l’avanzare continuerà comunque a essere sempre “più veloce, più elevato, più forte”.
Così come non vede crisi nel sapere scientifico, e pensa che i libri di testo continueranno ad ampliarsi, arricchendosi continuamente di nuove pagine. E pensa che ci sia ancora spazio e materia prima per i ricercatori brillanti e per nuove scoperte.
Quello che non vede è un futuro Einstein, così come un’altra grande teoria rivoluzionaria che possa far tremare i fondamenti di tutto il sapere.
Una cosa che però Simonton si augura è che la sua tesi sia incorretta, e che sia proprio un nuovo genio scientifico a farglielo capire

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