La Corte di Cassazione ha stabilito che anche se i professori assumono atteggiamenti provocatori, non bisogna avere reazioni incontrollate.
La sentenza della Corte di Cassazione numero 127 del 7 gennaio 2016 nasce dal comportamento di un genitore che, dopo aver aggredito verbalmente e fisicamente l’insegnante di sua figlia, si è visto infliggere una condanna per ingiurie e lesioni personali.
E a nulla sono valse le scuse e l’offerta di duemila e cinquecento euro presentata al professore prima del giudizio. Così come non ha impedito la condanna il fatto che il docente, prima di quanto accaduto avesse tenuto un comportamento “antigiuridico”.
La Corte ha ricordato che gli effetti estintivi delle restituzioni o del risarcimento vanno valutati dal giudice tenendo conto dell’effettiva idoneità a tal fine della condotta riparatoria e risarcitoria.
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Nel caso di specie, il versamento di una somma di denaro non è stato ritenuto dal giudice idoneo ad eliminare le conseguenze dannose del reato.
Ciò in ragione del fatto che l’episodio deve ritenersi di particolare gravità, in quanto è avvenuto in una istituzione scolastica, ovverosia in un luogo che, per la funzione educativa che persegue, deve essere tenuto immune da qualsiasi atto di violenza verbale o fisica.
Peraltro, il malfatto era stato posto in essere nell’ambito di un consiglio di classe, quindi dinanzi agli altri professori e ai rappresentanti dei genitori.
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