L’avevano promessa, ora è una certezza: i Partigiani della Scuola Pubblica hanno presentato una denuncia-querela contro il giornalista Fabrizio Rondolino.
Il motivo è noto: le parole sprezzanti dell’editorialista dell’Unità nei confronti dei docenti del Sud trasferiti in larga parte al Nord a seguito della discussa gestione, da parte del Miur, degli ambiti territoriali introdotti con la Legge 107/2015 (le “capre deportate” che urlano in tv: “conoscessero l’italiano, almeno capiremmo che vogliono”).
“Contestualmente – sostengono i Partigiani – è anche avvenuta la presentazione di un esposto al Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti, Consiglio Ordine Giornalisti del Lazio (dove risulta iscritto) e Consiglio Disciplina”.
I Psp parlano di “deplorevole e reiterata aggressione verbale del giornalista contro i docenti, in special misura meridionali”.
Non a caso, nella querela – presentata dall’avvocato Gianfranca Bevilacqua – vengono riportate frasi di Rondolino sugli insegnanti ritenute offensive a partire dal 2014.
Per i docenti, “la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata stavolta il tweet del 6 agosto: ‘Mi chiedo come possano fare i bagagli e traslocare se passano il tempo qui su twitter a insultarmi (parlo delle capre deportate)’ in cui il giornalista aggiunge l’ingiuria al danno nei riguardi dei docenti trasferiti in questi giorni dal sud al nord, docenti che saranno costretti a lasciare la famiglia per un destino incerto e, cosa che hanno compreso in pochi, con scarse probabilità di rientro”.
Eppure, le proteste per i docenti Partigiani erano lecite. Derivanti da “un algoritmo mai svelato – sostengono – ha deciso dove dovesse vivere il primo docente in graduatoria, il più delle volte molto lontano, e l’ultimo, spesso e volentieri a due passi da casa: ecco il perché di tanta disperazione, specie per chi lascia figli, mariti o mogli e anche disabili”.
Per i docenti che hanno querelato Rondolino e segnalato all’Ordine dei giornalisti, “queste le storture denunciate dai docenti, che non sono pedine, ma esseri umani. Eppure Rondolino non recepisce questi disagi, gli sembrano assolutamente dovuti alla provvida mano renziana che dispensa posti di lavoro a ‘tempo indeterminato’ a gente che di fatto precaria era e tale è rimasta, tant’è che il tweet riportato non è stato che l’ultimo di una sequela di contumeliose invettive, avente come unico comune denominatore una aggressiva e pervicace campagna denigratoria contro una categoria che da un anno a questa parte è stata profondamente ferita dalla legge 107/2015”.
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