La sentenza, scrive la Stampa, è stata emessa in seguito al ricorso presentato dall’Avvocatura dello Stato che il ministero dell’Istruzione aveva avanzato nei confronti della decisione del tribunale di Novara.
Secondo la Cisl del Piemonte, l’11 settembre dello scorso anno un gruppo di dipendenti della scuola, insegnanti e collaboratori scolastici, che il sindacato aveva assistito, aveva avuto il riconoscimento da parte del tribunale di Novara dei diritti come precari.
Si tratta di insegnanti e collaboratori scolastici che hanno lavorato nella scuola novarese per alcuni anni, in condizioni di precariato: il contratto avviato a settembre o nei mesi successivi scadeva al termine delle lezioni, a giugno, per ripartire a settembre dell’anno dopo.
Queste persone non hanno mai percepito alcuna somma per i periodi estivi ma neppure veniva riconosciuto loro alcuni adeguamento di stipendio per l’anzianità acquisita, come invece accade per chi lavora con contratto a tempo indeterminato. Il tribunale di Novara aveva accolto la richiesta ma subito dopo l’Avvocatura dello Stato ha impugnato questa sentenza ed ha fatto ricorso. Ora la Corte d’Appello di Torino, rifacendosi a una sentenza della Corte di Giustizia Europea, ha riconfermato le richieste, cioè il riconoscimento pecuniario, che cambia in base agli anni effettuati dai ricorrenti, e un rimborso di 3 mila euro come contributo alle spese sostenute dai precari.
Sono diciotto le persone che hanno visto riconosciuti i loro diritti, e la Cisl annuncia che tra qualche mese verranno discussi in tribunale a Novara altri trenta casi. Anche la Cgil è in attesa a ottobre delle sentenze della d’appello di altri 91 casi. Se venisse riconfermata in Cassazione la sentenza favorevole per i precari, il ministero dovrebbe liquidare somme molto elevate.
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