Figli piccoli e difficoltà economiche inevitabili: sono due delle motivazioni che hanno spinto il giudice Giuseppe Di Trani a revocare il trasferimento di una docente dalla Puglia in Friuli.
Nell’ordinanza, si legge che “la lontananza, in particolare dai due figli, comporta per la madre l’impossibilità di provvedere ai loro immediati bisogni, con danno ingiusto alla formazione e allo sviluppo della personalità dei minori e inevitabili ricadute negative su tutta la famiglia”.
“Non vanno sottaciute – prosegue il giudice – le gravi difficoltà anche di natura economica derivanti alla docente dall’assegnazione di una sede di servizio incompatibile con l’attuale residenza che è a Margherita di Savoia (Bat)”.
Secondo l’avvocato Graziangela Berloco, che ha assistito l’ insegnante insieme con l’avvocato Giannuzzi Cardone si tratta di “una vittoria che restituisce serenità e speranza a centinaia di donne e di uomini costretti ad abbandonare casa, figli ed affetti pur di poter lavorare, e pur avendo il diritto di ricevere una sede più vicina a casa“.
“Abbiamo già notificato l’ordinanza del Giudice al Ministero dell’Istruzione – precisa sempre il legale – ragione per cui la docente dovrà abbandonare la scuola del Friuli per fare ritorno in Puglia”.
Sempre la Berloco si è soffermata “sull’illegittimità dell’assegnazione della ricorrente in una sede distante, rispetto a quelle indicate nelle preferenze (Foggia, Bari), per palese violazione “del principio inderogabile dello scorrimento della graduatoria, fondato sul merito di cui al punteggio attribuito nella fase dei trasferimenti”.
“Detto principio – è stato infatti scritto nell’ordinanza – vincola l’amministrazione, in quanto anche la procedura di mobilità ha natura concorsuale di impiego basata su una graduatoria alla cui formazione concorrono l’anzianità, i titoli di servizio e le situazioni familiari e personali dell’interessato, per i quali sono predeterminati specifici punteggi“.
L’ordinanza, leggendo anche i commenti sui social, sta facendo lievitare le speranze dei tanti docenti che hanno impugnato il trasferimento a centinaia di chilometri dalla residenza: qualche giorno fa, un giudice della sezione lavoro del Tribunale di Salernoaveva sospeso gli effetti del provvedimento di trasferimento operato dal Miur nei confronti di una docente dello stesso capoluogo.
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