Categorie: Politica scolastica

Il Governo ammette: la scuola ha troppi problemi, dateci altri anni per rimediare

La scuola è piena di problemi, dovuti alla trascuratezza perdurata per decenni: il Governo non può fare miracoli, servono ancora degli anni per rimettere le cose a posto.

È un’ammissione fuori dai denti quella fatta dal sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi (Nuovo Centrodestra), durante un’iniziativa svolta il 15 settembre in un istituto scolastico alla periferia di Firenze.

Nelle scuole italiane “ci sono ancora diversi problemi su fronte edilizia, soprattutto, e anche – ha sottolineato il sottosegretario – sul personale: in particolare dirigenti scolastici che mancano. Non sarà un lavoro di due o tre anni, ne serviranno diversi per rimettere a posto un’edilizia scolastica rimasta agli anni 70-80. Servono anche scuole nuove”.

Toccafondi ha aggiunto che “per 40 anni sulla scuola italiana non si è investito un granché, né su personale, nè su didattica, né sulle strutture”.

Per il sottosegretario, però, l’inversione di tendenza sarebbe in atto: “da 3 anni e mezzo a questa parte, a partire dal governo Renzi, si è invertita la rotta; in quasi 4 anni, sono stati investiti 8 miliardi di euro, 4,2 su edilizia e altrettanti su didattica e assunzioni a tempo indeterminato. E in 3 anni abbiamo assunto più di 150mila docenti a tempo indeterminato”.

 

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Nessun accenno agli altri problemi. Toccafondi si è fermato ai nodi da sciogliere sull’edilizia (tanti investimenti ma troppe scuole continuano a non essere a norma su diversi fronti), sul miglioramento della didattica (attraverso norme sulla Buona Scuola che continuano ad essere osteggiate) e sull’assunzione di nuovo personale, soprattutto precari storici (come del resto indicato dalla Corte di Giustizia europea da tempo).

Nessun accenno ad altre questioni, come gli stipendi ancora fermi, il sostegno che ancora non garantisce docenti specializzati sugli alunni dal primo giorno di scuola, le GaE da svuotare e le tante assunzioni andate perse perché mancano docenti di diverse classi di concorso. Ma anche le immissioni in ruolo su posti lontano da casa pur in presenza di cattedra vacanti geograficamente più vantaggiose ai neo-assunti. Ci fermiamo qui, anche se la lista sarebbe ben più lunga.

Fa riflettere, in ogni caso, l’ammissione di Toccafondi. È un po’ come se avesse detto: non abbiamo la ‘bacchetta magica’, se ci date tempo e fiducia sistemeremo le cose che mancano. Sarebbe interessante sapere che ne pensano i docenti.

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Alessandro Giuliani

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