Alla Commissione Lavoro della Camera è appena arrivato un disegno di legge delega del governo con cui si blocca il diritto alla pensione di reversibilità.
Lo scrive huffingtonpost.it che spiega un altro tentativo del governo di inveire contro la povera gente per fare cassa.
Secondo questo disegno di legge le reversibilità vengono considerate prestazioni assistenziali e non più previdenziali. Ciò significa, precisa il giornale online, che l’accesso alla pensione di reversibilità d’ora in poi sarà legata all’Isee, per il quale conta il reddito familiare e non quello individuale. Di conseguenza il numero di coloro che vi avranno accesso inevitabilmente si ridurrà e saranno tante le persone che non si vedranno più garantito questo diritto.
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Una vergona, insomma perché la pensione di reversibilità è una prestazione previdenziale a tutti gli effetti, legata a dei contributi effettivamente versati che andrebbero dirtitto dritto nelle casse dello Stato: una “rapina” legalizzata perpetrata soprattutto ai danni delle donne perché l’età media degli uomini è più bassa e la reversibilità è quindi una prestazione che riguarda soprattutto loro.
Uno sfregio che dovrebbe essere ritirato nella discussione nella Commissione Lavoro, ma che forse non doveva neanche essere presentato per senso di decoro e di rispetto per le vedove soprattutto sulle cui spalle il governo, apparentemente di sinistra e quindi a favore die più deboli, cerca ignominiosamente di fare cassa. Una carognata inattesa ma che non fa arrossire chi l’ha proposta