Innanzitutto il Governo sembra fare orecchie da mercante ad alcune ben precise richieste della Commissione, che, riguardo il parere sul Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per il 2014, aveva chiesto che, per quest’anno, la quota premiale da destinare agli enti di ricerca diventasse aggiuntiva rispetto al Fondo di Finanziamento Ordinario, al quale attualmente viene invece sottratta.
L’esecutivo, racconta Giuseppe Brescia, ha risposto picche. Anche per quest’anno, i fondi premiali verranno attinti all’interno della ricerca stessa, a danno dunque del regolare funzionamento degli enti. Il governo ha cercato di giustificare questa decisione in ragione dell’impossibilità di reperire risorse aggiuntive da destinare ad un nuovo fondo per la quota premiale, pari al 7% del Foe: circa 120 milioni di euro.
E fin qui il discorso potrebbe anche starci. Solo che, a ben guardare nella legge di Stabilità, sottolineano i Cinque Stelle, di soldi ce ne sono tanti e in alcuni casi vengono destinati verso voci di spesa quantomeno discutibili, come nel caso del rifinanziamento di 200 milioni per le scuole paritarie previsto per il 2015.
Brescia conclude: “Troviamo tra il grottesco e il paradossale che tale quota premiale verrà assegnata in base alla valutazione dei progetti presentati tra il 2004 e il 2010. Nel migliore dei casi, dunque, iniziative vecchie di almeno 4 anni.”
Insomma una cosa è chiara a tutti da decenni. In Italia investire in ricerca non interessa nessuno. Vadano pure all’estero le nostre migliori menti. Anche Renzi sembra invitare a questa triste emigrazione.
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