E in una lettera aperta, racconta La Stampa, scrive: “Perché caro ministro dell’Istruzione e caro Matteo Renzi, non avete avuto il coraggio di mantenere fede alla parola data, non a me o alla mia famiglia, ma a Vito”. Una lettera che nasce dopo le promesse di essere presenti al prossimo anniversario della morte del fratello che ricorrerà il 22 novembre.
“Non avete il coraggio di assumervi le vostre responsabilità, ogni anno, i vari ministri dell’Istruzione e i presidenti del Consiglio ci hanno promesso di esserci, di dedicare un solo giorno della loro vita a una giusta causa, al “non si deve morire a scuola”.
Ma ci sono sempre “impegni inderogabili”.
“Ho smesso di aspettare che venissero a metterci la faccia realmente – puntualizza Paola – e non solo inviando rappresentanti o lettere di cordoglio e vicinanza”.
“Mio fratello non sarebbe tornato con la vostra presenza – confessa -, ma forse sarebbe stato l’inizio di una nuova Italia”.
“Avevo sperato che quest’anno l’aula di Vito sarebbe stata ristrutturata – dice la mamma di Vito- e invece niente. I lavori al Darwin, sebbene ci siano i soldi, ben 500 mila euro dell’Inps, non sono ancora partiti”. Un dolore. A cui si aggiunge l’assenza del ministro alla marcia in ricordo di Vito. “Chissà – sospira -, forse teme contestazioni. Ma l’anniversario di Vito non è momento per le proteste”. Lei, però, spera ancora che il Governo intervenga: “Condivido il pensiero di mia figlia – chiosa -, ma voglio ancora crederci”.