Ciò che sto per esprimere potrà essere condivisibile o meno. Da docente manifesto preoccupazione, timore e in un certo qual modo dissenso per tutto ciò che ruota attorno al termine “dimensionamento “. Si dimensiona ciò che è superfluo, ciò che straborda, ciò che è vano.
La mia è una storia che parte da molto lontano, la mia passione e il mio desiderio di mettere al servizio della scuola la mia professionalità è insita in quel famoso articolo 24 del CCNL 2016/18 che connota la scuola come “comunità educante”, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni, di cui fanno parte attiva “il dirigente scolastico, il personale docente ed educativo, il DSGA e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, nonché le famiglie, gli alunni e gli studenti che partecipano alla comunità nell’ambito degli organi collegiali previsti dal d.lgs. n. 297/1994”.
Un dirigente che stimo molto e che non occorre menzionare in questa sede, qualche anno fa, mi disse: “Prof.ssa, la norma esiste ed in quanto tale va individuata e posta in essere”; a distanza di tempo quelle parole riecheggiano alla mente e interrogo me stessa: “questi mostri da 1.500/2.000 studenti che state creando chi sarà in grado di gestirli rispondendone sotto il profilo civile, penale, amministrativo e contabile?”; “in termini di efficienza ed efficacia quanto potranno garantire il successo formativo degli studenti?”; “in termini di autonomia quanto potranno essere funzionali ai bisogni formativi del contesto territoriale?”.
Signori, un governo che dovrebbe avere a cuore il futuro delle nuove generazioni, dovrebbe investire e non tagliare come avviene ormai da troppi anni su diritti fondamentali come l’istruzione e la salute. Allo stesso modo, un esecutivo regionale dovrebbe fare gli interessi della propria terra, non quelli delle parti politiche cui fa riferimento, sacrificando il sistema scolastico e il futuro dei suoi studenti!
Azzurra Barbieri