In Consiglio dei Ministri nella serata del 4 agosto è stato votato, nell’ambito del Decreto Aiuti bis, il provvedimento che introduce la figura del docente esperto. Nasce così la carriera anche per chi insegna nella scuola pubblica, in linea con gli obiettivi del PNRR. I circa 450 euro mensili in più, in busta paga, toccheranno però appena 32 mila docenti, peraltro al termine di tre percorsi triennali di formazione valutati positivamente.
La Tecnica della Scuola, come sempre, interroga i propri lettori sulle questioni calde legate alla professione insegnante: siete d’accordo con questa scelta del Governo che introduce il merito limitandolo a non oltre il 4% del personale e con effetti che si andranno a realizzare solo nel 2032?
Come si diventa docente esperto? Come si beneficia dei 5.650 euro annui aggiuntivi in busta paga (circa 450 euro al mese)? La retribuzione integrativa permanente spetta ai docenti di ruolo che abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi triennali consecutivi e non sovrapponibili, per un totale di 9 anni di formazione, quindi. Secondo quanto stabilisce la bozza del DL Aiuti bis in circolazione (che dovrà approdare in Gazzetta Ufficiale a giorni) questi docenti accedono così alla qualifica di docente esperto e maturano conseguentemente il diritto a un assegno annuale ad personam di importo pari a 5.650 euro che si somma al trattamento stipendiale in godimento.
In quanti ne godranno? A beneficiarne saranno complessivamente non più di 32 mila docenti, 8 mila unità per ciascuno degli anni 2032/2033, 2033/2034, 2034/2035 e 2035/2036, sempre a patto che il docente qualificato esperto rimanga nella istituzione scolastica per almeno il triennio successivo al conseguimento di suddetta qualifica.
Come verranno selezionati i 32mila docenti? Per le modalità di valutazione del percorso formativo legato all’introduzione di questa nuova figura, si attende un regolamento, per l’anno scolastico 2023/2024.
Quanto ai criteri valutativi, fatte salve le novità che dovessero arrivare in sede di rinnovo del contratto, la bozza del DL Aiuti stabilisce quanto segue: “si applicano i seguenti criteri di valutazione e selezione:
1) media del punteggio ottenuto nei tre cicli formativi consecutivi per i quali si è ricevuta una valutazione positiva;
2) in caso di parità di punteggio diventa prevalente la permanenza come docente di ruolo nella istituzione scolastica presso la quale si è svolta la valutazione e, in subordine, l’esperienza professionale maturata nel corso dell’intera carriera, i titoli di studio posseduti e, ove necessario, i voti con cui sono stati conseguiti detti titoli”.
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