Categorie: Politica scolastica

Il Governo ha perso la scommessa: 60mila docenti delle GaE non entreranno in ruolo

Altro che piano-assunzioni svolto con rapidità e soddisfazione: per l’Anief un terzo dei precari aventi diritto ha deciso di non condidarsi “al buio” e tantissimi precari storici rimarranno tali.

“Hanno detto no – spiega il sindacato autonomo – a questa sorta di gioco al lotto, ideato dallo stesso Esecutivo che doveva estirpare la piaga, tutta italiana, delle supplenze ad oltranza. Considerando quelli che non verranno assunti per il basso numero di posti da destinare alle immissioni in ruolo, alla fine della fiera sarà stabilizzato solo un precario su due inserito nelle graduatorie. E non uno su cinque, come indicato in queste ultime ore sui quotidiani nazionali”.

Ecco i conteggi dell’Anief: “in base agli ultimi dati trapelati dal Miur, ripresi dalla carta stampata, sarebbero circa 66mila i docenti inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento ad aver inoltrato la loro candidatura alle immissioni in ruolo attraverso il sistema telematico Istanze On Line. Ma siccome gli ultimi dati ufficiali emessi dal Miur ci dicono che i precari inseriti nelle GaE sono circa 150mila (gli effettivi sarebbero 220mila però in diversi sono presenti su più classi di concorso), a cui vanno aggiunti i 10mila vincitori e risultati idonei a seguito dell’ultimo concorso a cattedra collocati nelle graduatorie di merito, si comprende perché la ‘supplentite’ rimarrà viva nelle nostre scuole: circa 40mila non hanno partecipato volontariamente alle fasi b) e c) del piano assunzioni, a cui si aggiungono i 20mila che rimarranno fuori per carenza di posti messi a bando”.

“Complessivamente, continua il sindacato, ammontano a 160mila i docenti abilitati complessivi in possesso dei requisiti per partecipare all’assegnazione delle iniziali 46mila assunzioni (fasi 0 e A) previste dal piano straordinario approvato con la Legge 107/2015, cui seguiranno le 48.812 immissioni in ruolo su cattedre comuni, 6.446 per il sostegno, più altri migliaia di posti non assegnati in precedenza. Così, malgrado la riforma, 60mila rimarranno ancora una volta al palo. Che si aggiungono ai 70mila abilitati estromessi dalle GaE”.

“Questi numeri, inconfutabili, sono la prova provata del fallimento della politica del Governo sul fronte assunzioni – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal –. Ma c’è un altro dato altrettanto rilevante: un terzo dei precari aventi diritto si sono rifiutati di diventare attori di questo assurdo sistema di assunzioni, dalle regole cambiate in corsa e senza confronto. Significa che il 33 per cento dei precari storici hanno deciso di rimanere vicino agli affetti: non potevano sottostare al ricatto, dopo anche decenni di precariato, di lasciare figli, genitori o congiunti, pur di partecipare alle assunzioni-lotteria”.

 

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Il presidente Anief coglie l’occasione per rendere nota la quantità di precari che hanno aderito in questi giorni ai ricorsi del giovane sindacato contro questo piano di assunzioni: “sono 7mila abilitati esclusi dalle Graduatorie ad esaurimento che hanno chiesto all’Anief di ricorrere per avere un posto, producendo domanda cartacea. In pratica, – continua Pacifico – oltre un precario su dieci tra coloro che in possesso di un titolo abilitante Tfa, Pas o conseguito a seguito di un corso di Scienze della formazione primaria, che è stato illegittimamente estromesso del piano straordinario di assunzioni. Si tratta dell’ennesimo paradosso di questa riforma di promesse mancate e di drammi familiari”.

“A questo punto, è anche facile immaginare – conclude Pacifico – cosa ci aspetta col nuovo anno scolastico: almeno 50mila docenti dalle graduatorie d’istituto, tutti abilitati esclusi dal piano, entro l’8 settembre saranno convocati, esattamente come accadeva negli anni passati, per mandare avanti i nostri 8.500 istituti scolastici: con un precario ogni venti contrattualizzato sino al 30 giugno, che ricorrerà con Anief per avere la stabilizzazione e gli adeguati risarcimenti per i danni subìti”.

 

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Alessandro Giuliani

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