Il Governo con il Movimento 5 Stelle non finisce qui: prima ci sono da fare diverse riforme, tra cui quella della scuola. E anche la cosiddetta autonomia differenziata. A dirlo è stato il vicepremier leghista Matteo Salvini, rispondendo ad Affari Italiani.it che gli chiedeva se preferisce continuare oppure vuole la crisi della maggioranza con elezioni politiche a seguire.
“Lavoro, lavoro. Stiamo lavorando alla riforma della giustizia, alla riforma della scuola… Chi parla di elezioni evidentemente ha paura delle elezioni”, ha detto Salvini.
E ancora: “Io non avrei paura di farlo, ma non voglio farlo perché – ha continuato – abbiamo dei progetti da portare a casa nel Paese e quindi sono ottimista. Con i 5 Stelle ci sono ogni tanto divergenze di vedute però riforma della giustizia, riforma fiscale, riforma della burocrazia, sostegno alla disabilità, autonomie da applicare a Nord e a Sud (leggere “regionalizzazione” n.d.r.) ci sono troppe cose da fare per far saltare il tavolo”.
Più tardi, intervenendo alla festa della Lega a Treviglio, vicino Bergamo, il vicepremier ha ribadito il concetto: “A volte mi dicono perché non vai a votare e fai saltare tutto? Perché io prima voglio portare a casa il contratto: l’autonomia della Regione Lombardia, le riforme della scuola e della giustizia, dimezzando i tempi dei processi e stabilendo il principio che se un magistrato fa politica smette per tutta la vita di fare il magistrato”.
Ma cosa intende Matteo Salvini per riforma della scuola? Sicuramente, sempre secondo il contratto del Governo del Cambiamento, ci sono da apportare delle modifiche normative al reclutamento, legando i concorsi al domicilio professionale (vecchio “pallino” del senatore Mario Pittoni), al fine di ridurre il precariato in crescita e coprire la maggior parte di posti privi di titolare; poi, ci sono da ratificare le modifiche alla Buona Scuola, come quella della chiamata diretta da parte dei presidi; va quindi portata a termine la revisione del sostegno agli alunni disabili; come è intenzione dell’esecutivo giallo-verde andare a ridurre la dispersione scolastica e il numero massimo di alunni per classe.
Tutti questi, sono punti inseriti nel capitolo dedicato alla scuola nel contratto del Governo. Rimane infine da capire se per riforma della scuola si intenda però anche la regionalizzazione del settore: in tal caso, farebbe bene, Salvini, a dirlo apertamente.
Uscendo allo scoperto, rendendo pubblico quel dossier segreto di cui si parla da qualche giorno, il vicepremier ridurrebbe equivoci e tempi morti, visto che il M5S continua da metà febbraio rimandare la decisione definitiva. Ora, avrebbe chiesto un’altra settimana. Forse è davvero l’ultima.
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