Sono ambiziosi i programmi del Governo sul fronte dell’informatizzazione della pubblica amministrazione. La novità più importate, che riguarda da vicino i cittadini, è l’arrivo del ”pin unico”: attraverso un codice personale, un’apposita password, darà accesso a tutti i servizi telematici pubblici. Quindi non solo per il fisco. Secondo i piani dell’Esecutivo, diventerà la chiave d’accesso per la gestione dei rapporti tra Stato e cittadini. Perché farà accedere ai servizi web di tutte le amministrazioni pubbliche: dall’Inps all’Agenzia entrate, dai Comuni alle Asl.
Il nuovo congegno interattivo coinvolgerà anche le scuole, anche se ancora non si conosce con quali effetti pratici. Soprattutto perché, ad oggi, meno del 20% delle scuole sarebbe in possesso della cosiddetta banda larga, il sistema di collegamento on line più veloce e affidabile, indispensabile per attivare servizi che potrebbero coinvolgere migliaia di cittadini nello stesso. Il problema è che per riuscire nell’impresa di connettere le 140mila aule scolastiche oggi sprovviste di Adsl occorrerebbero circa 400 milioni di euro. Mentre poche settimane fa il Miur ha chiesto solo “45 milioni per far sì che l’accesso a internet sia patrimonio di tutti”.
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Ma è difficile, anzi impossibile, che ciò accada in così poco tempo. Per il Pin Unico Nazionale, che è stato battezzato ‘Spid’, dovrebbe essere varato già a febbraio: conterrà anche i redditi di pensionati e lavoratori dipendenti. Il primo obiettivo di massa, infatti, è il suo utilizzo per la presentazione del 730 precompilato.
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