Mentre Matteo Renzi, prossimo premier incaricato dal “Quirinale” a formare un Governo di legislatura, sta preparando accuratamente la sua lista dei Ministri, oltre ad esercitarci a pronosticare quale sarà il prossimo Ministro dell’istruzione, noi ci domandiamo molto più tecnicamente a quale area politica apparterrà il nuovo responsabile del Miur.
La guida del Ministero di viale Trastevere continuerà a restare nelle mani del partito democratico o verrà ceduto ad un’altra area politica? Questa è la domanda principale che dovrebbe interessarci, a prescindere dai nomi che invece fanno parte del caratteristico totoministri.
D’altronde il futuro Governo Renzi si reggerà, e potrà durare nel tempo, grazie al supporto di alcuni senatori del Nuovo Centro Destra, di Scelta Civica, dei Popolari per l’Italia di Mario Mauro. In buona sostanza questo significa che per riuscire a mettere in piedi un governo in grado di reggere il mare mosso della situazione politica italiana, Renzi sarà costretto, obtorto collo, ad accontentare le richieste degli alleati Ncd, Scelta Civica e delle altre piccole forze che hanno dichiarato di appoggiarlo in questa funambolica decisione di sostituire l’ormai dimissionario Governo Letta.
Ecco quindi spuntare, più che concreta, la pista che darebbe a capo del Miur un esponente di Scelta Civica.
Il nome scritto nell’agenda di Renzi è quello della senatrice Stefania Giannini segretario di Scelta Civica. Se così fosse la scuola verrebbe assegnata ad un’esponente del partito di Monti, principale ispiratore del provvedimento che avrebbe portato a 24 ore settimanali, a parità di salario, il servizio degli insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Questo ci dà molto da pensare, rispetto a quelli che potrebbero essere le linee guida che ispireranno la conduzione del Miur nei prossimi anni. È utile ricordare cosa diceva al riguardo, durante la campagna elettorale che ha nominato questo Parlamento, l’allora responsabile scuola del PD Francesca Puglisi: “L’Agenda Monti sulla Scuola va indietro nel tempo”.
E poi proseguiva convinta: ”Quelle di Monti non sono favole, peggio: sono furbizie, blandizie per far dimenticare che il Miur targato Profumo non si è discostato di un millimetro dal Miur targato Gelmini con tagli all’istruzione e umiliazione ai docenti”.
In quella campagna elettorale la Puglisi non ha risparmiato il partito di Scelta Civica, asserendo che dal novembre 2011 con lo spread a 578, si è passati dai fannulloni e inculcatori di Berlusconi, a “conservatori” e “corporativi” di Monti. Oggi, come è probabile, il Miur potrebbe essere assegnato proprio ad un esponente di Scelta Civica, le cui credenziali, sono state esposte da Francesca Puglisi.
A questo punto è lecito porsi una domanda e porla soprattutto a Renzi, che è chiamato a scegliere: “Il prossimo Governo Renzi e l’agenda Monti sulla scuola potranno convivere senza problemi?”
Renzi è ancora in tempo a fare scelte politiche diverse e assegnare la casella del Ministero dell’istruzione a chi la scuola non la considera corporativa, conservatrice e soprattutto non maggiorerà i carichi di lavoro degli insegnanti che sono già troppo pesanti.
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