“Il Governo Renzi gioca sporco e non affronta i temi fondamentali per ricreare le condizioni della buona occupazione” – dichiara Riccardo Laterza, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza – “Da un lato, malgrado la retorica, mancano l’introduzione di una forma di tutela universale che copra tutte le forme di lavoro atipiche, un piano industriale e un programma di investimenti pubblici. Dall’altro, i tagli lineari della spending review avranno pesanti ricadute sulla spesa sociale e sulle misure di welfare previste ai vari livelli dello Stato”.
“Con il sommarsi di Dl Salva Italia, Decreto Irpef, legge 147/2013 e legge di stabilità 2015 le Regioni subiranno addirittura 5,8 miliardi di tagli nel 2015” – prosegue nella nota la Rete della Conoscenza – “Il principale bersaglio di queste misure saranno la sanità e i trasporti, servizi essenziali per la cittadinanza a partire dalle fasce più deboli. Come se non bastasse, il Decreto Sblocca Italia (art. 42, c. 4) reintroduce 560 milioni di tagli ai trasferimenti statali alle Regioni che dovranno concretizzarsi entro il 30 ottobre: una mossa folle, anche per i tempi previsti, che metterà in discussione la capacità delle istituzioni di rispondere ai bisogni del Paese. Saremo in piazza il 25 ottobre a fianco dei lavoratori per la manifestazione indetta dalla CGIL e il 14 novembre per lo sciopero sociale convocato dai movimenti, per contestare legge di stabilità e jobs act e imporre una radicale alternativa in materia di saperi, lavoro e welfare.”
“Renzi non si distingue dai governi Berlusconi rispetto alle politiche sulla scuola! – dichiara Danilo Lampis, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Studenti – “Si continuano a finanziare le scuole private con 200 milioni di euro a partire dal 2015 senza interrogarsi sulla disastrosa situazione raggiunta in termini di qualità e offerta formativa delle scuole statali, vessate dalla legge 133 del 2008. Il Governo si sta assumendo la responsabilità di cancellare l’autonomia scolastica: nel ‘99 si investivano 345 milioni di euro e oggi, con il previsto taglio di 30, si arriva al prosciugamento totale del fondo previsto dalla legge 440/97. Inoltre il taglio di 2020 unità del personale ATA andrà a dequalificare ulteriormente l’offerta delle nostre scuole. Siamo pronti a occupare tutte le scuole del Paese e a tornare in piazza. L’istruzione pubblica avrebbe bisogno di minimo 17 miliardi di euro per allinearsi alla percentuale di investimenti sul PIL che si fanno in Europa”
“Il Governo Renzi ha deciso di colpire Università e Diritto allo Studio Universitario. Da una parte sono confermati tagli per centinaia di milioni di euro su spese e servizi relativi al Fondo Finanziamento Ordinario ed il Fondo Ordinario Enti di Ricerca, dall’altra parte il combinato disposto tra la conversione del Decreto Sblocca Italia, con la reintroduzione di 150 milioni di euro nel Patto di Stabilità Interno, e la Legge di Stabilità, con i tagli alle Regioni, colpiranno a morte il Diritto allo Studio Universitario – continua Alberto Campailla, Portavoce nazionale di LINK – Coordinamento Universitario –“Il Governo sta di fatto trasformando il Diritto allo Studio, sancito dalla Costituzione, in un vero e proprio servizio erogato esclusivamente grazie alle tasse regionali degli studenti. Si impedisce di fatto a migliaia di studentesse e studenti capaci e meritevoli di accedere all’Università.”
“Se queste misure non dovessero essere cancellate – conclude nella nota la Rete della Conoscenza – gli studenti sono pronti a lanciare una mobilitazione generale nelle scuole, negli atenei e nelle città di tutto il Paese.”
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