In occasione del XIV Rapporto su sicurezza, qualità ed accessibilità a scuola di Cittadinanzattiva, in svolgimento a Roma il prossimo 21 settembre, Via.it ha chiesto alla responsabile scuola, il giudizio sul patrimonio edilizio scolastico.
L’anno scorso dopo l’investimento Scuole Belle, dai controlli si scopri che si trattava di piccola manutenzione su edifici che avrebbero invece avuto bisogno di interventi strutturali. Per questo l’associazione si espresse per dirottare i soldi stanziati per quel progetto su Scuole Sicure.
“I dati confermano”, spiega la responsabile, “il fatto che da un punto di vista strutturale ci siano stati ancora 31 episodi di crolli in diverse parti d’Italia con anche persone ferite. È necessario, oltre alla regolarità ed efficacia della manutenzione ordinaria e straordinaria che comunque continua a non essere sufficiente, maggior controllo e intervento rispetto alle scuole ad alto rischio sismico o geologico”.
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“Ci sono 42mila edifici pubblici per 8milioni di studenti cui si sommano 15 mila istituti privati frequentati da 980 mila studenti. Se sommiamo il personale scolastico scopriamo che ci sono 10 milioni di persone che frequentano questi edifici ogni giorno. È un sesto della popolazione. Un quarto delle domande di intervento da parte dei dirigenti scolastici rimangono ancora oggi inevase”.
“Nel caso specifico poi, a fronte di 7mila interventi finanziati, le richieste sono state 14mila”. L’anagrafe dell’edilizia scolastica è incompleta, spiega Cittadinanzattiva, “spesso mancano dei documenti o le informazioni non sono complete. E questo dà un’immagine distorta della situazione”. In ogni caso, spiega la responsabile, “la Buona Scuola ha fatto fare all’edilizia scolastica dei passi in avanti importanti. Per quello che riguarda la prevenzione è stata anche introdotta la Giornata nazionale della sicurezza nelle scuola, che è una creatura di Cittadinanzattiva. Sul fronte degli interventi la legge 107 ha il merito di aver ricostituito il fondo unico per l’edilizia scolastica mettendo insieme tutti i fondi precedenti, anche non spesi, come i fondi Cipe 2010 o il Decreto del Fare del governo precedente. In più sono state snellite le procedure, tanto che in alcuni casi il Governo oggi dà i fondi direttamente a comuni e province. Insomma in generale il voto è positivo. Anche se mancano totalmente sistemi di controllo sui lavori. Qualcuno deve controllare che sia così. Altrimenti tutti questi sforzi risulteranno vani”.
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