Home I lettori ci scrivono Il grande inganno dei 60 CFU

Il grande inganno dei 60 CFU

CONDIVIDI

Dal 2024 in poi (salvo ulteriori ripensamenti e cambiamenti) per abilitarsi all’insegnamento nella secondaria (di primo e secondo grado) in una qualsiasi classe di concorso è necessario possedere 60 CFU.
I 60 CFU serviranno per essere inseriti nella Prima Fascia delle Graduatorie Provinciali Supplenze (GPS) e per poter partecipare ai futuri concorsi per essere assunti a tempo indeterminato nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.
I 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022 non avranno più nessun valore sia per l’accesso alla seconda fascia delle GPS (a cui si potrà accedere solo con la laurea specifica per la determinata classi di concorso) e sia per la partecipazione ai futuri concorsi; rimarranno utili solo ai fini dell’integrazione ai 60 CFU.
I corsi da 60 CFU sono apparentemente aperti a tutti ma con un numero estremamente limitato di posti offerti da ciascuna università, che corrispondo a poche decine per ogni classe di concorso; a ciò si aggiunga che a fronte delle migliaia di domande che perverranno ci sarà una selezione effettuata esclusivamente sui titoli (voto di laurea, master, dottorati e certificazioni linguistiche) si evince che chi riuscirà ad entrare ai percorsi per 60 CFU saranno solo i laureati con i voti più alti.
L’elemento discriminante è il voto di laurea che porterà automaticamente ad escludere tutti coloro che avranno voti di laurea inferiori alla soglia del voto massimo. Una facile e discriminatoria selezione.
Per chi deciderà di candidarsi per l’acquisizione dei 60 CFU alla beffa si aggiunge anche il danno economico. Infatti per candidarsi a ciascuna classe di concorso bisogna versare tra i 50 e i 100 euro (cifra spropositata che non trova congrua giustificazione), si intuisce che, molti candidati, per aumentare la probabilità di accesso ai corsi si iscriveranno a tutte le classi di concorso consentite dalla propria laurea con il conseguente investimento iniziale di circa 300/500 euro ( a cui si aggiungerà in caso di ammissione il costo di 2000/2500 euro oltre a qualche centinaia di euro per l’esame finale).
Ancora più articolato e costoso sarà il percorso che dovranno affrontare coloro che vorranno diventare insegnanti di sostegno ; infatti dovranno prima acquisire i 60 CFU e poi frequentare il TFA con esborsi economici che si raddoppiano e oltre.
Mantenendo questo sistema di accesso all’abilitazione, con il tempo l’insegnamento sarà riservato a chi ha un alto voto di laurea e possibilità economiche alimentando ancor di più ingiustizie e disparità di trattamento.
Quanto detto finora vale anche per i corsi per acquisire i 30 CFU riservati ai triennalisti o agli idonei del precedente concorso abilitante.
Viene spontaneo chiedersi che senso avrà, per i futuri concorsi , fare la prova preselettiva e ancor di più chiedersi l’utilità dei concorsi considerando che le prove saranno una replica di lezioni simulate già oggetto dell’esame finale dei 60 CFU e il numero dei partecipanti tenderà ad essere esattamente uguale al numero dei posti messo a bando.
Un meccanismo che è riduttivo definirlo poco etico, una patologia burocratico/organizzativa che è molto simile ad una sindrome schizofrenica, i cui sintomi sono da una parte l’esasperazione della formazione e dell’altra l’ossessione incontrollata per i concorsi (tra l’altro sempre più impossibili, complicati, insostenibili e inefficienti e con un numero di posti limitatissimo), dove il bisogno di lavorare (diciamolo apertamente che l’insegnamento è per la stragrande maggioranza dei laureati l’unico sbocco lavorativo in una nazione dove la disoccupazione è endemica), la carenza di opportunità diventano fonte di grandi affari alimentando, ancora, speranze e illusioni oltre a forti discriminazioni e disparità e ingiustizie e che ,senza il superamento di un concorso, l’esito finale sarà l’aumento del numero di precari in prima fascia GPS e l’inutilità della seconda fascia GPS.
Un sistema di reclutamento così complesso, farraginoso e costoso che non trova riscontro in nessun altro ambito di accesso al lavoro nella pubblica amministrazione e tantomeno nello stesso settore scolastico, si pensi infatti al reclutamento del personale di segreteria (che merita un approfondimento a parte) o nei ruoli delle alte professionalità della Direzione dei Servizi Amministrativi e della Dirigenza Scolastica; un insensato accanimento sulla docenza.
Essere docente sarà sempre più un’attività elitaria e opportunisticamente mistificata, il cui accesso sarà sempre più limitato, per contro con scarso riconoscimento sociale ed economico; un lavoro sempre più teorizzato con percorsi costosi e sempre più articolati ed impegnativi che non avranno nessun impatto sulla qualità dell’istruzione e sulla sua efficacia come d’altronde si evince dagli esiti delle prove Invalsi.
Tra l’altro in tali illogici e assurdi meccanismi sembra che il miglioramento del Sistema Scuola passi solo ed esclusivamente attraverso l’esaltazione spropositata della super formazione dei docenti quando invece servirebbe un profondo e drastico ripensamento di tutto il sistema considerando che non sono solo i docenti che fanno la “scuola”.

Pietro Trematore
(ex dirigente scolastico IC Briosco di Padova)