Quella a cui stiamo assistendo, impotenti e dissenzienti, è una lotta impari che da lustri sta sottomettendo il Miur alle logiche di risparmi di spesa e a ingenti tagli di risorse umane e finanziarie.
Negli ultimi cinque anni il Miur, commissariato ormai di fatto dai Ministeri di Economia e finanza e Funzione pubblica, ha subito tagli pesantissimi che superano i 10 miliardi di euro.
Bisogna ricordare che il settore dell’Istruzione ha un contratto collettivo nazionale scaduto da quasi 4 anni e che la parte normativa di tale contratto è stata modificata, puntualmente e peggiorativamente, da leggi parlamentari dettate spesso da logiche vessatorie e di risparmio.
Rispetto a questo andazzo, che ormai si prolunga da tempo, occorrerebbe un radicale cambio di rotta, capace di imprimere un rilancio dell’intero settore della conoscenza. La speranza di cambio di rotta si era già vissuta con il passaggio di consegne avvenuto nel novembre 2011 tra Mariastella Gelmini e Francesco Profumo.
Le attese di una discontinuità politica che potesse mettere al centro il mondo della conoscenza naufragarono in poco meno di un mese. In quel periodo la scuola fu oggetto di provvedimenti osteggiati sia dagli studenti sia dagli insegnati, con una sorta di parabola discendente che raggiunse il vertice minimo con l’ardito tentativo di portare l’orario di servizio del docenti delle scuole secondarie da 18 ore settimanali a 24, a parità di salario.
Oggi con il neo ministro Maria Chiara Carrozza siamo tutti intenti ad osservare e a misurare l’intensità della forza dell’attesissimo cambiamento. C’è molto scetticismo e pochi credono che qualcosa cambierà davvero.
Bisogna attendere gli atti concreti e gli interventi applicativi con i quali si affronteranno le tantissime emergenze rimaste in sospeso per l’incapacità e la debolezza dimostrata dal Miur e da Profumo.
La vera sfida da vincere, a nostro avviso, è quella di liberarsi dalle catene di quel gigante che è il Mef, il quale è la causa primaria di tutti i problemi che attanagliano il piccolo Miur e il suo conducente.
Perché non vengano deluse tutte le attese e le giuste aspettative, che riponiamo nel neo ministro Carrozza, ci viene da porre questo interrogativo: “e se Davide vincesse Golia?”. L’episodio biblico che raffigura la sfida del piccolo Davide contro il gigante filisteo Golia è significativo e ci dà la speranza di vincere, con la sapienza e la cultura, il potere della finanza e delle politiche ragionieristiche.
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