I lettori ci scrivono

Il grido di dolore dei 13.000 docenti abilitati all’estero

Premessa

Egregi Signori Politici e Giornalisti, 

siamo un folto gruppo di docenti precari abilitati su materia e specializzati sul sostegno in Europa.

Vogliamo anzitutto ringraziarvi per la disponibilità ad ascoltare la situazione che andremo subito a delineare.

A redigere e sottoscrivere questa lettera sono migliaia di docenti precari che in gran parte prestano servizio da anni in Italia come supplenti e che, in conformità alla Direttiva U.E. n. 36/2005, hanno deciso di conseguire l’abilitazione all’insegnamento in un Paese dell’Unione Europea (la Romania, la Spagna, la Bulgaria…).

Antefatto

Siamo stanchi, indignati ed amareggiati per tutto ciò che viene detto e fatto contro di noi: parole offensive, idiozie, falsità, discriminazioni, disparità di trattamento, capricci politici e sindacali per escluderci in continuazione gettando ripetutamente fango sulla nostra professionalità e persona.

Abbiamo passione nonché amore per il nostro lavoro sul campo: le aule scolastiche e la continuità/qualità didattica con i nostri ragazzi.

Assurdo creare una lotta tra docenti e tra poveri per un semplice posto di lavoro previsto dai diritti costituzionali italiani ed europei.

Poiché il Ministero non risponde entro i 120 giorni previsti dal decreto legislativo 206/2007, da anni siamo stati costretti ad adire le vie legali al Tar ed al Consiglio di Stato.

Il nostro titolo è VALIDO, tanto che non può essere rigettato dal Ministero, come sancito anche dalla normativa europea, dalle sentenze della corte europea, ma soprattutto dalla recentissima pronuncia dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con la sentenza n. 22 del 29 dicembre 2022.

In virtù dell’accesso parziale previsto dalla direttiva europea dei titoli professionali, siamo inseriti nella graduatorie scolastiche con riserva, la quale non può essere sciolta se non con un decreto di riconoscimento da parte del ministero che puntualmente non risponde.

Per colpa dell’Ordinanza ministeriale dello scorso maggio, OM 112/2022, la quale ha annullato la OM 60/2020 che prevedeva la stipula dei contratti scolastici con riserva in attesa del riconoscimento del titolo, siamo stati esclusi ancora una volta dal sistema scolastico italiano. La riserva si scioglierà in tempi ancora lunghi, data la lentezza e i ritardi del Ministero che, dopo tanti anni di ostruzionismo ora, oberato, deve evadere migliaia di istanze.

E noi? Lavoreremo il prossimo anno? No, se rimane vigente l’art. 7 comma 4 lettera “e” dell’O.M. 112/2022 che afferma che “l’inserimento con riserva non dà titolo all’individuazione in qualità di avente titolo alla stipula di contratto”

Siamo tredicimila, ma, pur essendo stremati, continueremo a lottare fino alla fine, consci di essere nel giusto stabilito dalla legge. Dobbiamo ancora pagare l’inadempienza, il pregiudizio e l’ostruzionismo del Paese per cui abbiamo lavorato e vogliamo continuare a lavorare? Che fastidio diamo a tutti coloro che sono contro di noi? Noi tutti siamo artefici del nostro destino.

Dalle ultime notizie che giungono dal Ministero, all’esito del confronto con i sindacati, sembra esserci un passo indietro rispetto alla proposta modifica dell’art. 7 co. 4 lett. E della OM n. 112/2022, in palese violazione della Direttiva UE n. 36/2005 e della pronuncia dell’Adunanza Plenaria.

Il decreto legge a cui da ultimo il Ministro sembra aver fatto riferimento nei comunicati sindacali quale strumento di intervento per la regolamentazione di taluni aspetti relativi alla spendibilità del titolo conseguito ed in attesa di riconoscimento del Ministero, se sarà preferito all’Ordinanza Ministeriale, deve necessariamente essere formulato in modo tale da garantire il diritto al lavoro nelle GPS e l’accesso alle procedure di immissione in ruolo anche a favore degli abilitati all’estero, in coerenza con le procedure di reclutamento straordinarie già adottate in passato (es. art. 59 co. 4 D.L. n. 73/2021).

Non può in alcun modo ritenersi legittimo l’inserimento “in coda” alla fascia, metodo già cassato con una pronuncia di incostituzionalità (Corte costituzionale, 9 febbraio 2011, n. 41) che ha statuito che il collocamento nelle graduatorie deve avvenire solo “a pettine”, ovvero con il riconoscimento del punteggio pregresso e che da una scelta diversa, incostituzionale, deriverebbe il totale sacrificio del principio del merito quale fondamento della procedura di reclutamento

Le richieste

Chiediamo che nell’attesa che il Ministero finalmente ottemperi ed emani i decreti di riconoscimento, chiediamo il ripristino della possibilità di stipulare contratti da prima fascia degli abilitati/specializzati con riserva, in quanto lo scioglimento di quest’ultima dipende ormai solo da tempi tecnici del Ministero, che non possono più gravare sui nostri diritti, sanciti da sentenze passate in giudicato.

A nome di migliaia di colleghi chiediamo a gran voce di tutelarci, ormai umiliati come cittadini e come docenti: vogliamo solo poter lavorare secondo i nostri diritti previsti dalla legge.

Le battaglie finora portate avanti vedono i Senatori della Repubblica Bucalo, Minasi, Scurria e Vuolo tra i nostri più appassionati interlocutori; vi invitiamo a prestare loro la massima attenzione in quanto riponiamo nel lavoro che stanno portando avanti le ultime speranze del ripristino della legalità.

Confermando la nostra stima e fiduciosi nell’operato del governo, ci rimettiamo ad un pronto ed autorevole intervento affinché le diverse migliaia di Docenti in attesa di riconoscimento possano, in uno stato di diritto, serenamente nonché professionalmente contribuire al progresso di questa nazione che, negli ultimi anni, ha visto quelli più bui della storia della Repubblica.

Ringraziando anticipatamente, l’occasione ci è gradita per porgere distinti saluti.

Abilitati e specializzati UE

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