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Il latino torna a nuova vita alla Statale di Milano

Il latino torna al suo splendore, partendo dalla recente decisione dell’Università Statale di Milano, che in questi giorni ha stabilito che l’esame di latino, dal prossimo anno accademico, sarà obbligatorio non soltanto per chi frequenta Lettere, come è sempre stato, ma anche per gli studenti che decidono di iscriversi a Storia e a qualunque percorso di Scienze dei beni culturali. L’idea è partita proprio dal dipartimento di Scienze dei beni culturali, dove il corso di latino già c’era ma non obbligatorio, per dare a tutti gli studenti una formazione di base più solida e coesa. Durante il primo anno comune si costruiranno percorsi diversificati come quelli di archeologia, teatro e spettacolo, cinema, storia dell’arte, musica. Molto spesso gli studenti che si iscrivono a Scienze dei beni culturali provengono da scuole superiori che non sono un liceo, o comunque da percorsi dove il latino non si fa per nulla. È da questa consapevolezza dell’ateneo che è nata la decisione di introdurre l’obbligatorietà del latino, sostenere l’esame diventa così un passaggio fondamentale per arrivare alla laurea. L’ateneo milanese investirà nei corsi di Latino zero, dedicati agli iscritti che ne sono totalmente a digiuno o comunque con un livello di conoscenza troppo basso per comprendere i testi.

La scelta del latino

La scelta non è stata mia ma del corso di studi – sostiene il rettore Elio Franzini – ma la logica che sta dietro è questa: vogliamo cercare di dare una definizione culturale ai corsi di studio più frequentati, una capacità di connessione dei saperi, all’interno dei quali il latino è sicuramente un collante fondamentale per gran parte degli umanisti.

L’intenzione è quella di dare a tutti i futuri studenti la possibilità di allinearsi, attraverso la guida di formatori esperti in collaborazione con i docenti di Lingua e letteratura latina dell’ateneo. In previsione vi sono corsi gratuiti a distanza, organizzati per piccoli gruppi nel primo semestre in vista delle lezioni che si terranno invece nel secondo.

Per chi è iscritto a Scienze dei beni culturali sono previste per esempio molte interazioni fra testo e immagini – spiega la latinista Chiara Torre, docente di Letteratura latina, una delle referenti del progetto insieme ai colleghi Massimo Gioseffi e Paola Moretti – per Storia si valorizzerà questa lingua come strumento per la comprensione delle fonti documentali.

Scelta in controtendenza dunque per la Statale di Milano, che non si preoccupa, infatti il rilancio dei corsi umanistici parte da qui, afferma ancora il rettore, consapevole che per molti sarà uno scoglio non indifferente, ma che sia proprio lo studio del latino a contribuire alla formazione di professionisti nel settore delle Humanities, per garantire anche una prospettiva multiculturale e linguistica, partendo dalla lingua per eccellenza che mostra le comuni radici della civiltà europea, chiave privilegiata per l’accesso ai saperi umanistici e all’immenso patrimonio culturale dell’Europa.

I corsi saranno erogati dal Centro Linguistico di Ateneo, in modalità a distanza, per piccoli gruppi di studenti, l’accertamento delle competenze avverrà in base allo schema a livelli (dall’A1 al B2) che fa riferimento alla certificazione linguistica nazionale della lingua Latina, una metodologia che guarda al latino come lingua vivax, piena di vita, che può essere accessibile a tutti tramite un percorso di apprendimento analogo a quello delle lingue moderne, incentrato sulla funzione comunicativa della lingua e sulla lettura e comprensione dei testi.

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Carmelina Maurizio

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