Personale

Il ‘lavoro agile’ arriva al Miur. Direttiva e bando per la sperimentazione

Lo smart working arriva al Miur. Via libera alla direttiva (decreto dipartimentale n. 12 del 6 marzo 2018) e al bando per avviare all’interno del Ministero dell’Istruzione la sperimentazione del lavoro agile, per consentire la conciliazione dei tempi fra vita privata e vita professionale delle dipendenti e dei dipendenti.

Un asilo nido interno per le figlie e i figli delle lavoratrici e dei lavoratori del ministero, pronto entro settembre, come sostegno concreto ai genitori.

Direttiva Sul Lavoro Agile

A esserne interessati, così come segnala Il Sole 24 Ore, saranno le dipendenti e i dipendenti della Direzione generale per le risorse umane e finanziarie e della Direzione generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica.

La direttiva individua l’ambito di applicazione, i requisiti e le tipologie di attività che potranno essere effettuate in modalità agile, i criteri di priorità nell’accesso e la procedura di individuazione del personale interessato.

Il bando

Con la nota n.487 del 29 marzo, il Miur ha pubblicato il bando per la sperimentazione, che è rivolta a un contingente massimo di 26 unità di personale, corrispondente complessivamente al 10 per cento del personale in servizio presso le seguenti direzioni: direzione generale per le risorse umane e finanziarie; direzione generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica.

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Il dipendente può eseguire la prestazione di lavoro agile se è possibile delocalizzare, almeno in parte, le attività che gli sono assegnate, senza che sia necessaria la costante presenza fisica nella sede di lavoro; è possibile utilizzare strumentazioni tecnologiche idonee allo svolgimento della prestazione lavorativa al di fuori della sede di lavoro; è possibile organizzare l’esecuzione della prestazione lavorativa nel rispetto degli obiettivi prefissati e in piena autonomia.

Il personale ammesso alla sperimentazione del lavoro agile può svolgere la prestazione lavorativa al di fuori della sede di lavoro, ordinariamente per un massimo di 5 giornate al mese, da concordare con il superiore gerarchico.

Il progetto, della durata di due mesi, deve essere predisposto d’intesa con il superiore gerarchico, che ne approva contenuti e modalità attuative in coerenza con le esigenze organizzative dell’ufficio di appartenenza del dipendente.

Andrea Carlino

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