Chi parla degli insegnanti che fanno tre mesi di vacanza, non sa di cosa parla. Innanzitutto nel mese di giugno gli insegnanti della scuola dell’infanzia continuano a lavorare (le lezioni per quest’ordine di scuola finiscono il 30 giugno). Nel mese di giugno la maggior parte degli insegnanti di scuola media è impegnata negli esami. Nel mese di luglio la maggior parte degli insegnanti di scuola superiore è impegnata negli esami di stato. Solo gli insegnanti della scuola primaria si riposano di più dopo la fine delle lezioni (quest’anno il termine è stato il 9 giugno), sempre che il loro dirigente non abbia fissato degli impegni nel mese di giugno: corsi di formazione, lavori di commissioni o altro.
Fatta questa doverosa precisazione, si deve aggiungere che il lavoro degli insegnanti non è come quello di un normale impiegato amministrativo. Insegnare ai bambini, ai ragazzi e ai giovani è faticoso e stressante. Occorre frenare la loro naturale esuberanza, occorre farsi ascoltare…E soprattutto non puoi stare senza fare niente e rinviare la lezione, come si fa con una pratica amministrativa, se quel giorno non hai voglia di lavorare. Come ha dimostrato l’eminente psichiatra Vittorio Lodolo D’Oria, l’80% dei docenti è stressato.
C’è bisogno, quindi, di più di un mese di vacanza per ritemprarsi e poter riprendere a settembre. A chi invidia le “lunghe” vacanze degli insegnanti, quindi, risponderei: vieni a fare l’insegnante e poi mi dici…
Purtroppo è stato riconosciuto solo agli insegnanti di scuola dell’infanzia la condizione di lavoro usurante. Non so come si procederà con insegnanti che vanno in pensione sempre più tardi e quindi con acciacchi che aumentano, e come si potrà procedere a fare scuola. Né è stata ancora riconosciuta una carriera degli insegnanti, per cui un anziano professore potrebbe ad esempio non fare più lezione ma affiancare un giovane docente in servizio nel tirocinio.
Dulcis in fundo, si chiede a presidi e docenti stressati e malpagati di aprire le scuole anche d’estate. Bene ha fatto la ministra Fedeli a precisare che non tocca ai docenti svolgere queste attività socio-assistenziali, ma alle associazioni.
Il lavoro di docente è altra cosa: è quello di educatore.
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