L’ufficio Statistica e Studi del ministero dell’Istruzione ha incrociato i dati dei propri archivi con le comunicazioni obbligatorie del dicastero del Lavoro, mettendo così sotto osservazione 1.686.573 studenti diplomati, di tutti gli indirizzi, e negli anni dal 2010 al 2013.
Ha quindi analizzato, pubblica Il Sole 24 Ore, i contratti attivati (e confermati) entro i due anni successivi dal conseguimento del titolo, addivenendo alla conclusione che i diplomati dei licei scientifici sono i più veloci a entrare in contatto con impiego – entro un mese risulta infatti “contrattualizzato” il 4,2% del campione (contro ad esempio il 3,6% dei tecnici) -.
Il Nord Italia si conferma “maggiormente ricettivo” nei confronti dei neo-diplomati: a parte il Trentino Alto Adige, con il 40,9%, superano il 30% di inserimenti Veneto, Emilia Romagna, Piemonte. La Lombardia, lo sfiora.
Un po’ a sorpresa, quasi tutte le regioni del Sud si attestano su un tasso di occupabilità di chi esce dalla scuola secondaria intorno al 20 per cento.
Tuttavia, si legge sul Sole, a livello assoluto, a due anni dal titolo le “performance” sono piuttosto diversificate: si oscilla dall’11% di occupati tra chi esce dal liceo classico (si prosegue all’università) al 44,5% per i professionali (i tecnici si attestano in una posizione intermedia, al 35,4 per cento).
In base alla fotografia scattata dal Miur, il mondo del lavoro dopo il titolo premia ancora (troppo) i “maschi” e i diplomati con voti di maturità più bassi.
Nel corso degli anni osservati, inoltre, emerge pure la “tendenza” a un utilizzo crescente del “tirocinio”, in chiave di periodo di prova: dall’11,6% nel 2010, si passa al 20% del 2013. Che potrebbe, in prospettiva, ridursi con nuovi (e robusti) sgravi su apprendistato e tutele crescenti.
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