Negli ultimi 4 anni il liceo classico ha registrato un calo di iscrizioni del 10%, secondo la pericolosa convinzione che gli studi umanistici siano inutili nel mondo del lavoro per cui ci vorrà molta energia per riportare alunni al classico
Dove puntare allora, secondo Famiglia Cristiana che si interessa del problema? La scuola liceale non può e non deve essere vista come l’anticamera del mondo del lavoro, anche perché la scuola ha il compito di formare individui capaci di pensare, di ragionare e riflettere, di interpretare il passato per poter affrontare il futuro, sviluppando in loro il senso critico, per cui il liceo classico risponde a questi bisogni.
Infatti lo studio delle lingue morte, latino e greco, è assolutamente vitale per la mente e la sua ginnastica. La traduzione potenzia la logica e il cosiddetto problem solving, insegnando a scomporre un problema nei più piccoli particolari.
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E’ anche per questo che nei percorsi universitari più prettamente scientifici gli studenti del liceo classico riescono a prendere in mano e a gestire con buoni risultati il loro studio. Questo perché nei cinque anni di liceo hanno imparato la necessità della fatica, l’organizzazione e la pianificazione del tempo, la precisione, l’attenzione e la capacità ad apprendere.
Tutte cose, scrive Famiglia Cristiana, che, per usare una terminologia cara al mondo del lavoro, saranno soft-skill importanti in tutto il corso della vita
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