La senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, Aurora Floridia, non lo manda a dire e con una nota Ansa spiega che “per questo nuovo indirizzo del Made in Italy non sono state destinate nuove risorse alle scuole, che in fretta e furia si sono trovate a doverlo istituire”. Dunque, “si stanno confermando le nostre preoccupazioni: il liceo Made In Italy, fiore all’occhiello del Governo Meloni, si sta rilevando un vero e proprio flop”.
Secondo Floridia inoltre l’avvio del liceo Made in Italy rischia perfino di saltare, visto che le scuole interessate dovranno scegliere entro lunedì 15 gennaio se attivare o meno alcune sezioni accanto all’offerta del liceo Economico sociale in vista delle iscrizioni per il prossimo anno.
Inoltre, all’atto delle iscrizione non viene data nessuna garanzia, né un piano di studi completo, visto che “ad oggi risulta esserci solo il piano di studi per il biennio. Il risultato è che solo le scuole che hanno più di una sezione del liceo economico sociale sacrificheranno una o più sezioni per questo nuovo indirizzo. Insomma un pasticcio”.
E poi aggiunge: “Restiamo sconcertati nell’osservare quanto dilettantismo organizzativo il Ministro Valditara sta mettendo in campo, che mette in difficoltà intere scuole. Insieme alla giornata nazionale del Made in Italy e al premio annuale del Maestro del Made in Italy, queste azioni spot sembrano vere pennellate di propaganda ideologica, di cui la scuola italiana e le giovani generazioni non hanno certo bisogno”.
Intanto Torino, come pubblica il Corriere di Torino, “il Les è offerto da 8 scuole superiori statali e 4 paritarie, 40 in Piemonte. La nota ministeriale per aggiungere il nuovo indirizzo del Made in Italy è arrivata solo lo scorso 28 dicembre” e dunque i Licei “Economico e sociale”, oltre a introdurre anche il Made in Italy possono anche “non chiedere l’attivazione del nuovo indirizzo”, mentre ancora “non si sa quali scuole lo offriranno”.
Le perplessità riguardano: l’organico, l’assenza di indicazioni nazionali, l’assenza di libri di testo. Ma è una corsa contro il tempo, visto che non si sa ancora quali scuole lo offriranno. Persino le iscrizioni sono state posticipate. Per tutte le altre scuole sono al via il 18 gennaio, mentre per il Made in Italy sono state rinviate a partire dal 23 dello stesso mese.
Ma anche in Alto Adige non avrebbe aderito nessun istituto e lo stesso varrebbe per Vicenza, Bologna, Bari, dando così agio ai Cobas-Scuola di denunciare che si tratta di una “pseudo riforma fatta con i fichi secchi ai danni di un indirizzo che esiste da più di dieci anni e che nello scorso anno scolastico era frequentato da più di 75mila studenti”.
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