Il laboratorio sperimentale in cui si sta realizzando il progetto di riduzione di un anno scolastico del percorso di studi dell’ordinamento della scuola secondaria di secondo grado, che dovrebbe svilupparsi in quattro anni piuttosto che negli attuali cinque anni, è quello di una certa scuola paritaria lombarda.
Perché è la Lombardia, il palcoscenico laboratoriale dove si sta sperimentando un percorso liceale di soli quattro anni? Alcuni esperti di scuola, sostengono che questa sperimentazione di riduzione di un anno dell’istruzione secondaria di secondo grado, è fortemente condivisa dalla politica delle larghe intese e che la Lombardia è la regione più adatta a seguire questa sperimentazione, ricordando anche che la Lombardia è terra dell’ex ministro Gelmini e dell’ex presidente della Commissione Istruzione e Cultura della XVI legislatura, l’on. Valentina Aprea, attualmente assessore dell’istruzione proprio in questa regione.
Infatti le tre scuole interessate alla sperimentazione su citata sono: il San Carlo di Milano, che avrà già l’anno prossimo le prime maturità brevi, il Guido Carli di Brescia, l’istituto Olga Fiorini di Busto Arsizio.
Intanto, mentre c’è già piena soddisfazione tra gli interpreti del progetto pilota, si lavora per l’introduzione del modello anche presso i licei pubblici, si pensa all’ipotesi di un doppio biennio. La prima candidatura delle scuole pubbliche per avviare tale progetto, è il Liceo scientifico Tosi di Busto Arsizio, in provincia di Varese.
Oltre la condivisone politica su questo progetto di riduzione di un anno del percorso di studi, eliminando il quinto anno di scuola secondaria di secondo grado, che si snoderebbe in un doppio biennio, bisogna dire che il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha egregiamente preso il testimone lasciatole dall’ex ministro Profumo.
Infatti è opportuno ricordare che il ministro Profumo, prima di lasciare il dicastero di viale Trastevere con l’“Atto d’indirizzo 2013” ha firmato le indicazioni per i suoi successori e in quel documento ha redatto il progetto di far durare la scuola un anno di meno, in modo tale che l’intero percorso della scuola fosse di dodici anni, piuttosto che di tredici.
Questa sperimentazione è gradita e ritenuta utile, per una grande maggioranza parlamentare, che pare si trovi in pieno accordo sulla necessità di ridurre a quattro anni, il percorso di studi della scuola secondaria di secondo grado. PD e PDL di nuovo d’accordo su temi che riguardano la scuola, come già era capitato nella fase del governo Monti, quando stavano per approvare la riforma degli organo collegiali, fortemente voluta dagli onorevoli Aprea e Ghizzoni? Sembrerebbe proprio di si !
L’accordo comune tra PD e PDL, su questa riduzione del tempo scuola, nasce con l’idea politica che, senza tenere conto dell’emorragia di perdita delle cattedre (si stimano circa 40 mila cattedre in meno), i giovani studenti italiani si possano laureare a 21 anni, consentendogli di specializzarsi opportunamente, per entrare più facilmente nel mondo del lavoro.
Ma sarà veramente così? Eliminare un anno di scuola, soprattutto per i licei, darà maggiori opportunità agli studenti oppure allontanerà ancora di più la scuola dal mondo universitario?
Sopprimere l’ultimo anno di un liceo scientifico o di un classico significa comprimere i tempi dell’apprendimento, equivale alla rinuncia di concludere un percorso programmatico di apprendimento e di acquisizione di alcune competenze chiave per accedere all’università.
Ma se la scuola che vogliono è la scuola dei test Invalsi, dove non c’è spazio per il pensiero critico e i percorsi per l’apprendimento logico, allora si può comprimere quanto si vuole, si potrebbe anche ridurre i licei ad un triennio come è già oggi la scuola secondaria di primo grado, tagliando 100 mila cattedre e facendo un risparmio di spesa considerevole.
Comunque sia, siamo certi che, con il liceo delle larghe intese che durerà un anno in meno, l’Europa sarà più contenta e noi saremo sempre più ignoranti.
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