Potrebbe creare delle conseguenze inattese l’arrivo del liceo del Made in Italy, fortemente voluto dall’attuale Governo, annunciato qualche settimana fa dalla premier Giorgia Meloni Verona e tradotto a fine marzo in un disegno di legge depositato a Palazzo Madama: la novità, di cui non si era finora mai parlato, è che il liceo del Made in Italy sembrerebbe andare ad “assorbire” l’opzione Economico-Sociale del Liceo delle Scienze Umane. Questa, almeno, è l’interpretazione che arriva dalla LES Nordest, la Rete nazionale dei Licei Economico Sociali, che non nasconde la sua preoccupazione.
E se la tesi è corretta, si annunciano anche conseguenze per gli organici e quindi, quando il nuovo liceo entrerà a regime, anche per il personale, almeno per quello che insegna materie d’indirizzo nell’attuale liceo, che potrebbe ritrovarsi sovrannumerario o a dovere lavorare su più scuole per la perdita di una parte delle ore di insegnamento settimanale.
Nel corso di un confronto dei componenti della “cabina di regia” della Rete nazionale LES, svolto qualche giorno fa dopo uno studio accurato dei 47 articoli contenuti nella bozza del Liceo del Made in Italy, , è emerso che il nuovo percorso di studi sarebbe in realtà una versione innovativa del Liceo Economico-Sociale.
La Rete nazionale dei Licei Economico Sociali ha rilevato che “nella bozza del Disegno di legge si stabilisce che a partire dalle classi prime funzionanti nell’anno scolastico 2024/2025, l’opzione economico sociale del percorso del liceo delle scienze umane di cui all’articolo 9, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89 confluisce nel nuovo percorso liceale Made in Italy“.
La rete LES aggiunge anche che “per le classi successive alla prima, la prosecuzione a esaurimento dell’opzione economico sociale, dopo un ampio dibattito, sono emerse diverse perplessità relative al destino del nostro Liceo” e che “in quanto organo tecnico dello stesso Ministero dell’Istruzione e del Merito ed emanazione dello stesso, potrà proporsi in posizione interlocutoria mediante una richiesta tempestiva per poter collaborare e non perdere nulla“.
“La Rete – si legge ancora nel documento – cercherà di salvaguardare, innanzitutto, l’identità del Les, che abbiamo costruito in questi anni con tanto impegno e fiducia. Il Les, infatti, sta acquisendo un consenso crescente nelle varie realtà locali”.
“Si sosterrà, inoltre, l’ineludibilità delle Scienze Umane, assenti nella bozza del disegno di legge, che hanno anche la capacità di favorire l’interconnessione fra le discipline, alla base perciò dell’interdisciplinarietà. Sono proprio le Scienze Umane, insieme a Diritto ed economia, alla Matematica e alle due Lingue straniere a costituire i pilastri del Les, che identificano il nostro Liceo come Liceo della contemporaneità, e dalla loro sinergia è possibile una formazione volta alla comprensione dei fenomeni del nostro tempo che si caratterizzano per la loro complessità”, hanno concluso dal LES.
Dalla bozza del testo del Ddl 497, art. 3 (Princìpi e criteri direttivi specifici di delega) si può già fare una prima previsione delle materie del nuovo liceo e delle ore che svolgeranno gli studenti iscritti.
Per il primo biennio, i seguenti insegnamenti:
1.1) lingua e letteratura italiana;
1.2) lingua e cultura straniera;
1.3) storia dell’arte;
1.4) matematica;
1.5) informatica;
1.6) scienze naturali;
1.7) fisica;
1.8) scienze motorie e sportive;
1.9) storia e geografia;
1.10) diritto ed economia politica;
1.11) religione cattolica o attività alternative;
Per il secondo biennio e per il quinto anno, i seguenti insegnamenti:
2.1) lingua e letteratura italiana;
2.2) lingua e cultura straniera;
2.3) storia dell’arte;
2.4) matematica;
2.5) informatica;
2.6) scienze motorie e sportive;
2.7) storia;
2.8) filosofia;
2.9) religione cattolica o attività alternative;
2.10) economia e gestione delle imprese del Made in Italy;
2.11) modelli di business nelle industrie dei settori della moda, dell’arte e dell’alimentare;
2.12) Made in Italy e mercati internazionali;
Per quanto riguarda l’orario delle attività scolastiche, invece, l’orario annuale degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti dovrebbe essere di 891 ore nel primo biennio, corrispondenti a 27 ore medie settimanali e di 1023 ore nel secondo biennio e nel quinto anno, corrispondenti a 31 ore medie settimanali.
Sempre nella bozza del ddl 497 si parla anche di individuazione delle classi di concorso richieste per impartire l’insegnamento di:
1) economia e gestione delle imprese del Made in Italy;
2) modelli di business nelle industrie moda, arte e alimentare;
3) Made in Italy e mercati internazionali.
Negli scorsi mesi la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo al Salone del Mobile a Milano, aveva annunciato che il “liceo Made in Italy” è ormai in dirittura d’arrivo. Però, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, intervenuto al Forum Confcommercio di aprile, aveva dichiarato che il liceo potrebbe prendere forma partire dal 2025: “È importante istituirlo con la legge quadro sul made in Italy poi ci sarà il lavoro di programmazione con le Regioni per arrivare, mi auguro, già nel 2025, a che ci possa essere un liceo del made in Italy, innanzitutto nei distretti industriali italiani. Entro un mese presenterò in cdm il collegato alla manovra sul made in Italy che interverrà anche sulla formazione delle competenze che servono al mercato del lavoro e alle imprese attraverso questo liceo”.
Anche la nostra testata, nei giorni precedenti, aveva ipotizzato che i tempi sarebbero stati non proprio ridotti. Infatti, anche se il provvedimento in questione è stato depositato al Senato, non è ancora assegnato alla Commissione competente. Inoltre va anche detto che si tratta di una legge delega che per essere tradotta in decreti applicativi necessita di tempi più lunghi.
A non essere d’accordo sulla sua istituzione, però, sono stati diversi esponenti politici, tra cui Vittorio Sgarbi che, qualche settimana fa ha commentato: “Se ne poteva fare a meno. Penso che i licei classico e scientifico siano più che sufficienti. Il design è materia universitaria come le tecniche artigianali sono materie da istituto professionale”.
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