La presenza di testosterone può essere predittiva su quali saranno le scelte degli studenti nei settori lavorativi dopo il diploma o dopo la laurea: in particolare, i giovani che nel sangue presentano un alto livello di questo ormone sarebbero più propensi a scegliere lavori più rischiosi, soprattutto nel settore finanziario. E ciò varrebbe per gli uomini, ma anche e soprattutto per le donne, probabilmente perché il testosterone è un ormone tipicamente maschile.
A determinare l’ipotesi, dopo aver condotto lo studio “Gender differences in financial risk aversion and career choices are affected by testosterone” (Differenze tra i sessi nell’avversione ad assumere rischi finanziari e nelle scelte del lavoro sono influenzate dal testosterone”), pubblicato sull’edizione del 24 agosto di Proceedings of the National Academy of Science, sono stati un gruppo di ricercatori italiani che lavorano in università straniere e, che, ancora una volta, hanno avuto l’onore di veder pubblicare le proprie ricerche sulle più prestigiose pubblicazioni internazionali. Si tratta di Paola Sapienza, professore associato della Kellogg School , Luigi Zingales (e Robert McCormick), della Booth School of Business e di Dario Maestripieri professore in Comparative Human Development della Università di Chicago.
“Questo è il primo studio – ha detto Maestripieri – a dimostrare che un atteggiamento contrario ad assumere rischi finanziari ha delle basi biologiche e che le differenze nei livelli di testosterone tra gli individui possono influenzare il comportamento nel settore economico e nel lavoro. Ad esempio, le persone con livelli bassi o medi di questo ormone hanno una maggiore avversione ad assumersi questo tipo di rischio“.
Per indagare la associazione tra testosterone e avversione al rischio, gli autori dello studio hanno sottoposto a dei test di laboratorio circa 500 studenti della Mba alla University of Chicago Booth School of Business, ai quali sono stati prelevati due campioni di saliva per valutare , con test specifici, i livelli del testosterone prima e dopo le prove. Durante l’indagine, condotta nel 2006 e durata due giorni, è stato chiesto agli studenti di partecipare ad esperimenti di laboratorio per misurare la relazione tra il rischio e i livelli ormonali. I giovani dovevano giocare una partita al computer per valutare la loro tendenza a non rischiare e rispondere ad una serie di domande come scegliere tra un premio monetario garantito e una lotteria più rischiosa, ma con una vincita potenzialmente alta.
Come ci si aspettava i partecipanti più propensi a rischiare hanno scelto più volte la lotteria, mentre quelli contrari al rischio hanno preferito il pagamento assicurato. Più in generale gli uomini, che avevano livelli più alti di testosterone nella saliva rispetto alle donne, hanno mostrato di avere un avversione al rischio più bassa rispetto alla controparte femminile.
“Questo studio – spiega Zingales – oltre ad avere implicazioni significative sugli gli effetti del testosterone sui mercati finanziari, perché molti di questi studenti hanno intenzione di entrare nel mondo della finanza, fa luce sulle differenze di genere nella scelta della carriera. Pensiamo, ora, a studi futuri atti a scoprire i meccanismi attraverso i quali il testosterone influenza il cervello“.
In passato alcune ricerche avevano dimostrato che il testosterone la competitività e il senso del predominio, ma riduce anche la paura ed è associato a comportamenti a rischio, come abuso di alcol e gioco d’azzardo. Nessuno studio aveva però associato la presenza del testosterone nell’assumere rischi nel campo economico-finanziario e nel lavoro. Una ipotesi che se confermata potrebbe indurre gli studenti più indecisi a scegliere non più soltanto in base al cuore e alla testa: anche l’analisi del sangue potrebbe dare indicazioni importanti.
Come ci si aspettava i partecipanti più propensi a rischiare hanno scelto più volte la lotteria, mentre quelli contrari al rischio hanno preferito il pagamento assicurato. Più in generale gli uomini, che avevano livelli più alti di testosterone nella saliva rispetto alle donne, hanno mostrato di avere un avversione al rischio più bassa rispetto alla controparte femminile.
“Questo studio – spiega Zingales – oltre ad avere implicazioni significative sugli gli effetti del testosterone sui mercati finanziari, perché molti di questi studenti hanno intenzione di entrare nel mondo della finanza, fa luce sulle differenze di genere nella scelta della carriera. Pensiamo, ora, a studi futuri atti a scoprire i meccanismi attraverso i quali il testosterone influenza il cervello“.
In passato alcune ricerche avevano dimostrato che il testosterone la competitività e il senso del predominio, ma riduce anche la paura ed è associato a comportamenti a rischio, come abuso di alcol e gioco d’azzardo. Nessuno studio aveva però associato la presenza del testosterone nell’assumere rischi nel campo economico-finanziario e nel lavoro. Una ipotesi che se confermata potrebbe indurre gli studenti più indecisi a scegliere non più soltanto in base al cuore e alla testa: anche l’analisi del sangue potrebbe dare indicazioni importanti.