Attualità

Il lockdown ha fatto conoscere la tecnologia agli italiani

Quasi l’80 % degli italiani ha dichiarato di non poter fare a meno della tecnologia in questo periodo di quarantena per il corona virus.

Da una ricerca condotta da Samsung su un campione di 2000 persone tra 20 e i 50 anni, risulta infatti che circa l’82% va sui social network, il 75% preferisce chattare con i propri amici mentre il 68% naviga su Internet.

Oltre ad utilizzare la tecnologia per pagamenti digitali o per la domotica, gli italiani hanno scoperto che è possibile rimanere connessi e rimanere in questo modo più vicini ad amici e parenti, ma anche di rimanere informati in tempo reale.

Lo smartphone è il principale dispositivo utilizzato per chattare e per navigare mentre per lo smartworking il portatile viene preferito agli altri strumenti.

In sostanza questo periodo di emergenza sanitaria si è registrato dunque un aumento dell’uso della tecnologia ritenuta dai più assolutamente indispensabile.

A fare da alter ego a questa rinnovata benevolenza degli italiani nei confronti della tecnologia esiste un movimento di “stressati della tecnologia

In quanti riuscirebbero s stare un giorno interno senza il proprio computer o smartphone?

Lavorare in un’Azienda Ict, essere professionisti della rete, giornalisti always on, operatori web al pc significa essere molto probabilmente insidiati dal tecnostress e in tanti casi non è detto che, a lavoro finito, “sconnettersi” sia semplice e possibile.

Ma ad essersi adattati nel migliore dei modi a questa reclusione forzata sembrano essere i teenagers.

Perché in fin dei conti i ragazzi erano già abituati prima del corona virus a comunicare fuori dalle mura domestiche stando sdraiati sulle poltrone e i divani di casa o chiusi nella propria cameretta diventando di fatto questa nuova situazione una estensione della propria quotidianità, mentre per tanti adulti è stata invece una mera necessità.

Quante volte li abbiamo criticati riunirsi nella loro piazza virtuali, davanti ai display del loro cellulari, passare l’intera serata a parlare e ridere come se stessero nello stesso posto.

Adesso siamo stati noi adulti ad adattarsi ad improbabili aperitivi on line per stare insieme agli amici di sempre e loro a guardarci da lontano e riderci sopra.

Ovviamente non vuol dire che i ragazzi stanno vivendo bene questa quarantena, si sono adattati ma sicuramente le lezioni a distanza sono più faticose e più “fredde” delle lezioni in aula, gli manca lo scambio e la battuta con il compagno di classe, la partita di calcio, gli allenamenti, la pizza con gli amici.

La tecnologia ti dà tante cose, ma non riesce a darti il contatto umano.

In questi giorni si è tornati finalmente al concetto di famiglia di una volta, si mangia tutti insieme a pranzo e a cena e si ci riesce anche a parlare. La figura del padre che di solito sta fuori tutto il giorno adesso è di nuovo presente, la stanchezza della sera rende giustizia delle tante volte che tornato a casa nessuno ha capito che vuol dire lavorare tante ore davanti ad un pc o in giro per clienti.

Abbiamo la grande occasione per riscoprire il focolaio domestico dove i duri lavori domestici adesso li hai sotto l’occhio, capisci perché i genitori tornano la sera stanchi dal lavoro e finalmente hai imparato a memoria i nomi dei professori dei tuoi figli.

Dino Galuppi

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