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Il M5s chiede più soldi per la scuola come fece il Governo Conte II: stipendi alti ai docenti, stop classi pollaio e test crocette

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Finisce il terzo anno scolastico contrassegnato dalla pandemia da Covid-19. Ed è il momento dei resoconti. Tra i primi a dire la sua è stato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: “”Dopo la sofferenza siamo ripartiti e siamo ripartiti insieme dalla scuola. Quando la scuola si ferma, la comunità è perduta”, ha detto il ministro. L’8 giugno sono intervenuti anche i deputati della commissione Cultura e Istruzione della Camera appartenenti al M5s.

“Cambiamo rotta”

Dopo avere rimarcato che stanno “lavorando per far trovare una scuola che alla ripresa si presenti con un vero cambio di rotta”, i deputati grillini si sono augurati che chi governa attui “una nuova stagione di investimenti sulla scuola, sull’esempio del Conte II (durante la gestione dell’allora ministra Lucia Azzolina, con l’Italia costretta al lockdown ndr) anche attraverso le risorse previste dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza che può fornire l’occasione per intervenire su alcune questioni endemiche”.

Quindi, i deputati del M5s entrano nel vivo delle azioni da intraprendere: “Dalle classi pollaio ai tirocini pagati, dalla retribuzione degli insegnanti all’eliminazione dei test a crocette (il riferimento è al crescente utilizzo, anche nei concorsi pubblici, dei quesiti a risposta multipla ndr), le nostre proposte sono frutto dell’ascolto costante degli operatori della scuola e sono utili per gettare le basi per una istruzione di qualità: investimento primario per le prossime generazioni”, concludono.

Le critiche del leader Conte

Negli ultimi giorni, gli interventi del M5s sono cresciuti di numero. Anche da parte del suo leader politico, Giuseppe Conte, che ha speso parole cariche di critiche verso il decreto legge 36 su nuovo reclutamento e formazione.

Ad Acerra, l’ex premier ha detto che il suo partito non permetterà “che si operino tagli nella scuola”, perché si è “investito tanto nella scuola” durante il suo doppio mandato a Palazzo Chigi.

Diversi parlamentari pentastellati hanno anche detto di comprendere le ragioni dello sciopero indetto dai sindacati lunedì 30 maggio (con adesioni tra il 15% e il 20%) delle proteste in piazza a Roma tenute lo stesso giorno.

L’attacco di Azzolina

Anche l’ex ministra Lucia Azzolina si è scagliato contro l’operato del Governo, in particolare del numero uno del ministero dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

“Caro Ministro – ha detto Azzolina – lei non deve diminuire il numero delle classi ma il numero di alunni per classe. Solo così potrà combattere la dispersione scolastica e garantire una didattica di maggior qualità”.

E ancora: “Due anni fa mi chiedeva di riaprire le scuole con classi composte al massimo da 12 alunni. Si ricorda? Che è successo, ha cambiato idea? Temo che le sue parole siano solo il tentativo di giustificare i tagli, i tagli che si appresta a fare all’organico degli insegnanti, tagli che io da donna di scuola non posso accettare”, ha concluso l’ex ministra del dicastero di Viale Trastevere.

A fine maggio il primo appello

Meno di due settimane fa, anche il Comitato istruzione, scuola e turismo del M5s, all’indomani della scadenza degli emendamenti al decreto legge 36, aveva fortemente criticato i contenuti del DL. E l’operato del ministro dell’Istruzione: “ha annunciato che entro il 2024 ci saranno 116.000 assunzioni nella scuola, salvo poi inserire nel decreto reclutamento i tagli al personale scolastico“, hanno fatto sapere dal Comitato grillino.

“Ci aspettiamo fatti concreti non chiacchiere. Il M5s, con gli emendamenti” al Dl 36 “che ha presentato, metterà in campo ogni azione per migliorare il provvedimento”, hanno quindi sottolineato.

Entro la fine del mese di giugno il decreto legge 36 sarà convertito in legge: a quel punto sapremo se l’azione del Movimento 5 Stelle ha portato dei frutti.

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