Categorie: Politica scolastica

Il M5S si schiera con i docenti che hanno detto “no” al comitato di valutazione

I parlamentari del M5S in commissione Cultura di Camera e Senato, solidarizzano ed esprimono soddisfazione dopo il rifiuto degli insegnanti di un liceo di Pescara di non isituire il comitato di valutazione.

“La decisione presa dagli insegnanti del liceo “Gabriele D’Annunzio” di Pescara, affermano i parlamentari, che hanno detto ‘no’ all’istituzione del comitato per la valutazione docenti è un precedente che sosteniamo. Auspichiamo che il loro esempio di disubbidienza civile venga seguito anche da altri istituti perché il mondo della scuola non può essere svilito come, invece, sta facendo la Legge 107, detta ‘Buona Scuola’”.

Continuano i pentastellati:“Ricordiamo che il MoVimento 5 Stelle ha presentato alla Camera una risoluzione, a prima firma Luigi Gallo, con la quale si chiede di sospendere l’istituzione e i lavori delle commissioni di valutazione per gli insegnanti. Questo strumento infatti, per come è stato concepito dal Governo e dal Ministero dell’Istruzione, mina i principi di libertà di insegnamento, pluralismo e democrazia nel mondo scolastico. Inoltre, attraverso il nostro provvedimento, chiediamo di abolire il cosiddetto ‘bonus’ nei confronti degli insegnanti, prevedendo di redistribuire le risorse dell’apposito fondo istituito nei confronti di tutto il personale docente della scuola, in funzione delle ore spese per aggiornamento e formazione”.

“Con questo passaggio della Legge 107, attaccano i parlamentari M5S, il Governo sta cercando di inquinare la scuola, che fino ad oggi era rimasta una delle poche ‘isole felici’ del nostro sistema, mettendo in competizione tra loro i docenti. Un principio, quello del tutti contro tutti, che risponde alla peggiore logica privatistica”.
“Non bastasse, concludono l’intervento i pentastellati, questa competizione difficilmente migliorerà l’offerta formativa nei confronti degli studenti dal momento che, in base ai risultati di numerosi studi scientifici,la competizione premiale tra lavoratori cognitivi non migliora la qualità del lavoro svolto”.

Redazione

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