Certi insegnanti incutono sentimenti di timore tra i loro alunni. Che quando sono piccoli chiedono il conforto delle famiglie. Le quali per protesta possono arrivare anche a farli stare lontani dalla scuola. Così deve essere andate in un istituto primario di Rapallo, dove dieci alunni su 16 di una terza classe non frequentano le lezioni da una settimana. Il motivo non è legato ad una epidemia di massa: i genitori li tengono semplicemente a casa, per protestare contro il maestro, un uomo di circa 50 anni, accusato di insultare gli scolari fino addirittura a lanciare contro loro gli astucci.
La vicenda, ora nelle mani dell’Ufficio scolastico regionale della Liguria e raccontata il 1° febbraio da Il Secolo XIX nell’edizione Levante, comincia qualche mese fa quando una segnalazione interna alla scuola evidenziava gli strani comportamenti dell’uomo dai metodi d’insegnamento molto rigidi. Dopo una prima riunione con i genitori, la situazione sembrava si fosse risolta anche per il periodo di assenza dell’insegnante, ma al suo ritorno, dopo le vacanze natalizie, il problema si è ripresentato più accentuato, tanto che la dirigente scolastica ha affiancato al maestro una insegnante di sostegno. Fino alla settimana scorsa quando i genitori di quasi metà classe hanno deciso di tenere a casa i propri figli. “I bambini sono terrorizzati, choccati, e a scuola non ci vogliono tornare” racconta il nonno di uno di loro.
La speranza è che si tratti solo di un grande equivoco. Ma, nel contempo, è difficile che si tratti di un’esagerazione: in questi casi, almeno un fondo di verità c’è sempre.
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