Il mancato pronunciamento della Corte Costiuzionale sui precari

Sollecitare la Corte Costituzionale a decidere sulla sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014 relativa alla stabilizzazione del personale precario della scuola.
In data 4 luglio 2013 presentavate un ordine del giorno, accolto dal Governo, con il quale evidenziavate l’attivazione della procedura d’ infrazione n 2010/2124 della Commissione Europea nei confronti dell’Italia per la non corretta applicazione della direttiva 1999/70/CE, relativa all’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato con riferimento al personale a tempo determinato impiegato nella scuola pubblica e chiedevate la soppressione del comma 18 dell’art 9 della legge 12 luglio 2011 n 160, che impedisce al personale docente e ATA la trasformazione, dopo 36 mesi di contratti a tempo determinato, del rapporto di lavoro a tempo indeterminato , così come invece , stabilito dalla direttiva comunitaria 1999/70/CE. La Corte di Giustizia Europea, a seguito di richiesta d’interpretazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE da parte della Corte Costituzionale, ha stabilito, con sentenza del 26 novembre 2014, che detta direttiva si applica anche per il personale della scuola, ritenendo così in contrasto con la direttiva europea 1999/70/CE il comma 18 dell’art 9 della legge 12/7/2011 n 160
La Corte Costituzionale nella seduta del 23 giugno 2015 avrebbe dovuto esaminare detta sentenza e formulare una propria decisione.
La seduta del 23 giugno 2015 è stata sospesa e non è stata fissata una nuova data. E’ oltremodo ,chiaro che la Corte Costituzionale non può che recepire la sentenza della Corte di Giustizia Europea e annullare il comma 18 dell’art 9 della legge 12 luglio 2011 n 160, con la conseguenza di rendere possibile la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti di lavoro di alcune centinaia di migliaia di docenti e di ATA, anche privi di abilitazione e non inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, che negli anni hanno stipulato contratti di lavoro con il MIUR per un tempo superiore ai 36 mesi.
La Corte Costituzionale con la sospensione della seduta del 23 giugno 2015 ha di fatto concesso una proroga al Governo, che, al contrario, sarebbe stato costretto a un notevolissimo esborso economico, da utilizzare per la trasformazione di centinaia di migliaia di contratti da tempo determinato a tempo indeterminato.
Il Governo avrebbe dovuto assumere un numero di docenti e di personale ATA di gran lunga superiore a quello stabilito con la recente legge sulla scuola.
Sulla sospensione della decisione, innanzi indicata, da parte della Corte Costituzionale è in atto un preoccupante e incomprensibile silenzio da parte dei sindacati della scuola e dei partiti.
Spero che la Corte Costituzionale fissi, in tempi brevi, la data della riunione e decidere in merito alla sentenza della Corte di Giustizia Europea.

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