I lettori ci scrivono

Il mancato trasferimento e l’inefficienza della Pubblica Amministrazione

Una grande amarezza mi ha preso al momento della pubblicazione dei trasferimenti ATA, che ha visto la mia domanda di trasferimento non soddisfatta per mancanza di posti disponibili.

Si dà il caso che le scuole scelte hanno dei pensionandi assistenti amministrativi.

Ora a me pare che:

– il primo passo nella procedura di mobilità è la definizione dell’organico Ata,

– successivamente la disponibilità di posti per la mobilità, da pubblicare con congruo anticipo prima della mobilità stessa, al fine di garantire la scelta delle sedi da parte del personale interessato ai trasferimenti o comunque di monitorare se i posti sono resi disponibili nei tempi stabiliti.

Si precisa che le disponibilità ATA per la mobilità dall’USR sono state pubblicate in contemporanea con la visualizzazione su Istanze on Line degli esiti dei trasferimenti.

Importante per la definizione delle disponibilità è l’accertamento del diritto a pensione dei dipendenti che ne fanno richiesta, sia da parte delle Istituzioni Scolastiche che dell’INPS entro termini stabiliti in apposita nota ministeriale (quest’anno 22 aprile 2024).

Sono tutti passi di una procedura che garantisce ai dipendenti la trasparenza e le informazioni necessarie per esercitare il diritto alla mobilità.

Credo che le tempistiche siano un fattore fondamentale per garantire trasparenza e linearità nelle procedure ma soprattutto per rendere possibile l’esercizio di un diritto e per tutti.

Si è verificato, però, che le scadenze non sono state rispettate da tutti, o da parte da parte delle istituzioni scolastiche per evasione delle passweb o dell’Inps per l’accertamento del diritto a pensione, non è dato sapere.

Di fatto e in conseguenza di quanto sopra sono stati messi nella mobilità solo i posti che hanno avuto la fortuna di essere stati accertati per il diritto a pensione prima della mobilità.

Si è dato il caso che le scadenze non scadenze non sono state rispettate per i posti dei pensionandi sui quali avevo chiesto il trasferimento.

Come non sentirsi beffato e discriminato?

Come non vedersi catapultato in una sorta di “LOTTERIA” dei posti accertati e messi tra i disponibili nella mobilità?

A ciò si aggiunga che la pubblicazione dei posti disponibili prima della mobilità è stata contestuale alla pubblicazione dei trasferimenti senz’alcuna possibilità di verificare con congruo anticipo i posti disponibili e far valere il proprio diritto prima dei risultati.

Ho presentato richiesto di conciliazione all’USR competente, premettendo quanto esposto sopra, facendo presente che il mio diritto alla mia mobilità era stato leso.

La mia istanza di conciliazione è stata rigettata con una risposta apparentemente giusta, ma che richiama la strategia dello “SCARIBARILISMO”:

– non sono arrivati gli accertamenti del diritto a pensione dell’INPS, pertanto i posti non sono potevano essere messi come disponibili nella mobilità ATA;

– oltre a non ravvedere gli estremi di una conciliazione, viene sottolineato che la conciliazione non è più obbligatoria.

Ecco il ben servito, dribblando tutte le risposte alle criticità che avevo fatto presente e che si vedevano verificate nella procedura di mobilità seguita, discriminante e lesiva del diritto di coloro che non hanno avuto la fortuna di puntare sul ” cavallo ” giusto.

E’ possibile che io (e forse non solo io) debba pagare le inefficienze delle amministrazioni?

Come si può fare pagare me il fatto che le amministrazioni, istituzioni scolastiche, USR, INPS, non hanno comunicato tra loro nel rispetto delle scadenze e del diritto del cittadino?

Non si può liquidare il dipendente che ha chiesto la mobilità, con l’ovvietà di quello che è solo la parte conclusiva di una serie di atti che portano ai trasferimenti?

Dov’è anche il diritto del cittadino alla trasparenza degli atti amministrativi?

Forse non ho voce sufficiente per valere il mio diritto, c’è sempre la speranza del DAVID contro il GOLIA delle amministrazioni.

Eccomi schiacciato in una macchina kafkiana quale talvolta appare l’amministrazione, che solo dovrebbe essere a servizio del cittadino.

Giovanni Micillo

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