Il Manifesto per la scuola: digitale e a misura di studente

Un gruppo di dirigenti scolastici ha dato vita all’idea di un “Manifesto sulla scuola” rivolto in particolare alle forze politiche che si troveranno a governare dopo le elezioni. L’obiettivo è quello di rimettere la scuola e gli studenti a centro dell’attenzione del Paese: digitalizzazione, edilizia, alternanza scuola – lavoro e scuola intesa come centro di aggregazione, sono solo alcuni dei pilastri sui cui poggia l’idea del Manifesto. Il leader del Pd, Pierluigi Bersani, ha letto il manifesto e risposto al suo primo firmatario, Salvatore Giuliano, noto per l’esperienza di “Book in Progress”.
Questo uno dei punti nodali del “Manifesto della scuola”. L’alternanza scuola – lavoro deve essere fondamentale nelle classi e tutti gli studenti dovrebbero iniziare le loro esperienze lavorative già dai banchi di scuola in modo da poterle inserire nel loro curriculum vitae. Questo risolverebbe il problema delle aziende che cercano personale con esperienza e dei giovani che, appena terminato il loro ciclo di studi, di esperienza ancora non ne hanno per niente. Per farlo, basterebbe che le aziende introducano la certificazione dell’esperienza lavorativa fatta dallo studente per un periodo come tirocinio lavorativo a tutti gli effetti.
Se gli studenti fanno parte di quella generazione di nativi digitali, la scuola deve stare al loro passo. Un altro degli obiettivi del Manifesto è avviare, finalmente, quella rivoluzione digitale che non sta trovando pieno compimento tra le mura scolastiche. LIM, laboratori online, registri elettronici ed eBook, accanto ad un’adeguata formazione degli insegnanti, devono diventare la quotidianità per gli studenti e per i docenti stessi. Questo, non solo permetterebbe ai ragazzi di interessarsi maggiormente alle lezioni, ma di rispondere anche ad un mercato del lavoro che richiede un’accelerazione sempre più evidente e professionalità che abbiano competenze ed esperienze nell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione.
In questi ultimi tempi è diventato sempre più lampante il problema relativo all’edilizia scolastica. Obiettivo del Manifesto è riportare il problema al centro dell’attenzione dei governanti con un piano di interventi che possa portare alla risoluzione del problema, come già iniziato da recenti provvedimenti legislativi. Ma non solo. Nel Manifesto si parla anche della necessità di costruire nuove scuole dotate di tutti quegli accorgimenti strutturali che la rendano verde, ad impatto zero rispettando tutte le norme sulla sicurezza e che abbia spazi adatti all’insegnamento e all’apprendimento per riportare la centralità sulla persona.
Altra idea centrale del Manifesto in questione è una scuola intesa non solo come centro di formazione, ma anche di aggregazione. Strutture scolastiche aperte tutto il giorno che possano continuare a formare i ragazzi, ma che possano allo stesso tempo fornir loro un ampio ventaglio di opzioni a scelta. Sport, attività di volontariato, educazione alla legalità e alla tutela dell’ambiente potrebbero essere solo alcune delle scelte che gli studenti potrebbero ritrovarsi a dover effettuare in una scuola che resti aperta anche in orario extra – scolastico. Insomma, una scuola come “presidio dello Stato” in ogni quartiere”.
L’iniziativa intrapresa dal gruppo di dirigenti che ha dato vita al “Manifesto sulla scuola” rivolto, in maniera principale, a Pierluigi Bersani, ha trovato la sua approvazione. Infatti, il leader del Pd ha affermato che terrà conto di quanto espresso nei punti nodali del Manifesto, rispondendo direttamente a Salvatore Giuliano, primo firmatario e tra gli ideatori di “Book in Progress”, l’iniziativa attraverso la quale dirigenti ed insegnanti creano libri scolastici multimediali a cui le scuole possono attingere a prezzi irrisori (circa €3,99) e, talvolta, persino gratuitamente.

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