Esattamente, come si intende perseguire il merito nella scuola italiana? Come si valorizzano i talenti di ciascuno? A chiarirlo, il neo ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, intervistato un paio di giorni fa dal Corriere della Sera. “Occorre una più incisiva personalizzazione dei piani di studio – ha dichiarato il ministro – anche con una articolazione della funzione docente, che consenta di coltivare le potenzialità di tutti, sostenendo chi è in difficoltà e alimentando le capacità dei più bravi”.
Personalizzazione dei piani di studio: questa la ricetta del numero uno di viale Trastevere, rispetto alla quale di certo è concorde la pedagogia, così come tutti gli esperti di didattica del Paese. Tra l’altro si dà il caso che proprio di questo abbiamo discusso, come Tecnica della Scuola, a Didacta Sicilia con le ricercatrici di Indire. Insomma, la scuola è già ben consapevole di doversi muovere in questa direzione (segnata dalla ricerca), ma a rendere possibile un indirizzo teorico, come sempre, sono le condizioni reali in cui si lavora.
Il punto è che la sfida della personalizzazione degli apprendimenti diventa improba nelle classi numerose e dunque non può essere scissa da una riforma del dimensionamento delle classi che punti ad abbassare il numero di alunni per classe, che in alcune realtà scolastiche supera le 27 o 28 unità. Senza contare che gli stessi assetti della didattica e del tempo scuola andrebbero rivisti, come spiegano gli esperti intervistati dal nostro vice direttore Reginaldo Palermo.
La riforma del dimensionamento
E allora è il caso di fare il punto sulla riforma del dimensionamento voluta dall’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e che rappresenta – lo ricordiamo – una delle sei riforme legate al Pnrr. Al riguardo va precisato che Patrizio Bianchi più e più volte ha ribadito che il problema dei prossimi anni sarà quello della denatalità e dunque di istituti e classi che scompariranno più che quello delle classi pollaio.
Ad ogni modo nell’audizione di maggio, davanti alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Istruzione sulle misure di attuazione del Pnrr, il Mi aveva garantito che il Governo lavorava per portare per portare “tutte le classi su una media di 18-20 alunni per classe”.
Adesso la riforma, ancora attesa, del dimensionamento ricade tra le responsabilità del nuovo ministro dell’Istruzione del Merito. Lo stesso ultimo Dossier sul Pnrr, firmato dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, ci ha ricordato che tale riforma non è ancora attuativa, ma in fase di stesura.
DOSSIER PNRR AGGIORNATO – TRAGUARDI E OBIETTIVI ENTRO DICEMBRE 2022
E le altre riforme?
Insomma, al di là dei proclami, la direzione del ministro Valditara non dovrebbe essere troppo diversa da quella del suo predecessore, né in fatto di riforma del dimensionamento né in fatto di Its o di reclutamento docenti, dal momento che le procedure di riforma sono già avviate e tutte legate a doppio filo con i finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Possiamo attenderci degli aggiustamenti da parte del nuovo ministero, ma non dei cambi totali di rotta. Tant’è che lo stesso Valditara, in linea con Bianchi, ha confermato l’importanza degli Its nonché del percorso di accesso alla professione, costituito da 60 crediti (con tirocinio e prova finale abilitante) più concorso e anno di prova, una linea definita dal ministro Valditara “giusta” perché “consente di avere subito l’abilitazione”.
“Semmai andrà ulteriormente potenziata” ha puntualizzato.