L’Italia è leader in Europa, ma forse anche nel mondo, nel deformare e capovolgere i valori etici dei cittadini e dei lavoratori. Un’Italia alla rovescia dove chi merita è purtroppo troppo spesso emarginato e chi invece è “raccomandato” o “ammanigliato” emerge nei posti di potere.
Questo sistema anti meritocratico e troppo spesso clientelare è il motivo principale del malessere che vive il nostro Paese, un malessere che è principalmente dovuto alla totale carenza di etica della responsabilità.
Viviamo in un Paese dove la democrazia e la Costituzione sono parole scritte sulla “Carta”, ma sono deformate, almeno questa è la percezione di molti cittadini, da una triste e evidente realtà.
Fenomeni di corruzione dilaganti hanno fatto entrare nel linguaggio quotidiano di tutti noi, termini stravaganti come: parentopoli, sprecopoli, affittopoli, tangentopoli, rimborsopoli, concorsopoli e tanti altri ancora.
La scuola italiana prova a capovolgere questa realtà della nostra società fatta di compromessi, intrighi e malaffare, cercando di introdurre, nel luogo deputatoalla formazione e all’educazione, l’avanzamento della carriera dei docenti basata sul merito e sulla valutazione delle competenze.
Ma i dubbi sono tanti e le preoccupazioni non mancano. Sarà vero merito oppure è la solita presa in giro? Ad avanzare di carriera saranno veramente i più competenti oppure i soliti furbi? Domande importanti che meriterebbero una riflessione profonda da parte del ministro Stefania Giannini. Bisogna dire, ad onore del vero, che insegnanti meritevoli non si diventa dall’oggi al domani, ma ci vogliono il sacrificio e la dedizione di un lavoro pluriennale che sia apprezzato e condiviso da tutti. In buona sostanza il merito degli insegnanti è scritto nella loro storia deontologica, che è la testimonianza reale ed oggettiva di chi è veramente meritevole ma anche di chi invece non lo è.
La fama di un professore è risaputa da tutti nella scuola in cui insegna, ma anche in tutta la città dove ha insegnato, la sua puntualità, la sua disponibilità, la sua etica professionale, il suo essere onnipresente, sono valori assolutamente oggettivi che fanno di quell’insegnate un vero modello di docente meritevole. Basterebbe dunque conoscere la storia di ogni singolo docente per avere quelle informazioni utili per poterlo inquadrare come docente esperto o anche super esperto, tutto il resto, come i titoli culturali posseduti, gli incarichi fiduciari ricoperti e cose del genere, non identificano il merito ma rischiano di generare un merito alla rovescia tutto italiano.
Molti insegnanti già parlano di una scuola dove la “diversificazione della carriera dei docenti” legata a criteri meritocratici e alle competenze individuali di ogni singolo insegnante potrebbe degenerare in fenomeni di “carrieropoli” e “meritopoli”. Bisogna che al Miur si faccia attenzione nel mettere in piedi un sistema di avanzamento di carriera dei docenti credibile. Bisogna agire con responsabilità e buon senso, senza considerare pregiudizialmente l’anzianità di servizio come assolutamente negativa, tanto da volerla abolire.
Nella professione docente l’esperienza didattica e l’aggiornamento è un valore aggiunto che nessun Ministro e nessun tecnico del Miur può mettere in discussione e poi servirebbe l’anamnesi storica dell’insegnate valore imprescindibile per una seria e giusta valutazione.
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