A proposito di merito, il neoministro afferma che… “gli strumenti sono quelli che già si usano in altri paesi e cioè la valutazione del lavoro degli insegnanti e la premialità in base a funzioni assegnate […]. D’accordo sulla valutazione del lavoro degli insegnanti (anche se piacerebbe sapere chi valuta, in base a quali criteri, con quali parametri, ecc.), ma la “premialità in base alle funzioni” è un concetto che sfugge.
La funzione dell’insegnante è quella di insegnare, le funzioni in più sono – appunto – “in più”: basterebbe che fossero pagate almeno in relazione all’impegno di tempo e disponibilità che richiedono.
Preferisco fare il collaboratore gratis, piuttosto che un Ministro stabilisca per me cento euro al mese di “premio”.
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