Continua a far discutere la questione del merito a scuola. Cosa si lascia intendere con un ministero dell’Istruzione del Merito? A cosa o a chi si strizza l’occhio? Ci si riferisce al merito degli studenti o a quello degli alunni? E mentre il mondo degli insegnanti si mobilita citando la pedagogia di Don Milani, di Rodari, di Canevaro, c’è chi invoca la Costituzione. A Otto e mezzo, durante il programma di Lilli Gruber, ad esempio, Francesco Specchia, giornalista di Libero, in difesa del Governo ha chiosato: “Non hanno fatto altro che prendere una dicitura della Costituzione, che all’articolo 34 sul diritto allo studio parla proprio di merito, e aggiungerla a Istruzione: è la nostra Costituzione” niente di eversivo. “Una connotazione identitaria per la quale non c’è nulla di male,” aggiunge.
A nostro parere un po’ una forzatura del senso dell’articolo della Costituzione, dato che l’articolo 34 intende sottolineare l’uguaglianza di opportunità e l’esigenza che chi si impegni possa andare avanti anche senza disponibilità finanziarie; in un’ottica di inclusione, quindi, di certo non di selezione. Leggiamo sulla nostra Carta, infatti, che La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Il parere del prof di diritto
Al riguardo abbiamo sentito un professore di diritto dell’Università di Pisa, Luigi Mariano Guzzo, collaboratore della Tecnica della Scuola, a cui abbiamo chiesto: “È davvero come vogliono lasciare intendere? La nuova denominazione del Ministero non fa che riprendere la Costituzione?”
Il prof chiarisce: “Per la Costituzione bisogna che vadano avanti tutti. La Repubblica deve farsi carico di ciascuno, non solo di coloro che sono ritenuti i migliori, non solo delle eccellenze”. E ammonisce: “Attenzione a non piegare il concetto di merito a strumentalizzazioni ideologiche, il merito non va distorto”.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi recita l’articolo 34 della Costituzione. Inclusione o selezione?
“Sono d’accordo sul fatto che l’articolo 34 della Costituzione vada letto in chiave inclusiva, non selettiva. Il senso è di dire: non si lasci indietro nessuno”.