Visti i molteplici e inefficaci appelli rivolti al Premier Matteo Renzi, alla Ministro Stefania Giannini, al Segretario Davide Faraone, nonché a tutti i componenti della Commissione Cultura di Camera e Senato, alla luce dei criteri del piano straordinario di mobilità (CCNI art.6),criteri che hanno stravolto i principi meritocratici tanto sbandierati della Legge 107 del 2015, i docenti in ruolo nella fase B del piano di assunzioni straordinario (L.107/2015), si appellano al buon senso di tutti i nostri rappresentanti affinché ci diano voce.
Malcelati dietro un codardo silenzio mediatico, i nostri rappresentanti al MIUR sembra preferiscano dare la delega ai Tribunali che ricercare soluzioni per porre rimedio ad evidenti mancanze cogliendo opportunità che invece ci si è lasciati alle spalle senza troppe remore.
La così tanto sofferta contrattazione integrativa, firmata l’8 aprile scorso obtorto collo (ma non troppo) da parte delle nostre OO.SS. e con soddisfazione da parte del Ministero, contraddice quanto legiferato poco meno di un anno prima: la Legge n. 107 del 2015 è infatti chiarissima quando afferma al comma 98 dell’art. 1 che rientrano nella FASE B del piano straordinario di assunzioni, i soggetti appartenenti alle categorie Graduatoria di Merito (GM) e Graduatoria a Esaurimento (GAE), in deroga all’articolo 399 del T.U.
Pertanto: i docenti assunti nella Fase B del piano assunzionale regolamentato dalla Legge n.107 del 2015 non sono soggetti a vincolo triennale di permanenza nella provincia di assunzione.
Risulta ancora oltremodo evidente il principio meritocratico più volte ribadito nella suddetta Legge 107: «All’assunzione si provvede scorrendo l’elenco di tutte le iscrizioni nelle graduatorie, dando priorità ai soggetti» iscritti nelle GM del concorso 2012 «rispetto agli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento».(art.1 c.100).
Quindi, ancora una volta il tanto sofferto CCNI – in barba alle disposizioni vigenti, in nome di un principio non molto chiaro, che potremmo benissimo definire “il principio dello stravolgimento delle regole in corso per il bene di chissà chi”- stravolge, appunto, la legittimità di una procedura – che sarebbe potuta essere chiara, corretta, e applicata senza generare il più leggero sussurro di malcontento proprio perché nel rispetto delle regole osservate nelle fasi del piano assunzionale – ponendo in coda all’ultimo assunto dell’ultima graduatoria scorsa coloro che avevano avuto priorità nelle assunzioni.
Perché?
Se proprio non si sono ritenute degne di ascolto le ragioni fin qui mostrate, che si abbia almeno la coscienza – proprio in quanto nostri rappresentanti – di rispondere a questa semplice domanda:
– Perché gli iscritti nelle GM, assunti con priorità sulle GAE, non mantengono i medesimi diritti, già chiaramente sanciti oltre che applicati nelle procedure di assunzione, nelle procedure di mobilità?
Cui prodest?
Perché questo inspiegabile accanimento nei confronti di coloro che hanno superato un concorso pubblico (uguale, eh, identico a quello ancora in corso!) e che di diritto sarebbero dovuti essere assunti nella Regione in cui hanno svolto quel concorso?
Quale norma meritocratica permette a soggetti inseriti in coda nelle assunzioni di precedere quanti avevano avuto priorità di assunzione nella scelta della sede definitiva?
Certamente sfugge qualcosa: a noi, o forse a chi ha deciso tutto ciò.
Tutti i membri della Commissione Cultura di Camera e Senato, ciascuno di Essi ha ricevuto un dettagliato parere costituzionale sui fatti in questione, avendo l’opportunità di leggerlo, visionarlo, sfogliarlo, anche guardarlo di sfuggita; lo hanno ricevuto con la speranza, da parte di noi docenti delle GM assunti in Fase B, che qualcuno tra loro, prendendo in carico e facendo proprie le nostre istante meritocratiche, potesse fare breccia nel muro di silenzio alzato contro di noi. Ma a nulla è servito.
Proprio contro quel muro però lanceremo gli articoli 3, 51 e 97 della nostra Costituzione con la caparbietà di una goccia che riuscirà a cavare la pietra.
Se non da chi di competenza, riceveranno giusta considerazione in tribunale.
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