“Il Metaverso ci ha portati in mezzo ad una trasformazione epocale, che richiede una mutazione profonda anche delle competenze, sia da parte dei docenti sia da parte degli studenti: è arrivato il momento di attrezzarsi”: a dirlo alla Tecnica della Scuola è Graziano Terenzi, di Inglobe Technologies, intervistato a margine di un incontro formativo sulle nuove tecnologie svolto nell’aula magna dell’istituto superiore Galilei di Roma.
Ma come nasce il Metaverso? “È stato introdotto nel 1992 nel romanzo Snow Crash di Neal Stephenson – risponde Terenzi -, come copia del mondo reale: si basa su una modalità interattiva con un impatto sulla realtà. Un concetto ripreso nel 1997 da un gruppo di esperti che assieme hanno definito una roadmap che avrebbe portato fino al web 3.0, ad una interattiva delle grandissime prospettive, anche per la scuola”.
Oggi l’utilità del Metaverso a scuola è evidente: “Le componenti di realtà aumentata e virtuale, assieme alla digitalizzazione in un ambiente standardizzato e condiviso, consentono di aumentare il livello di attenzione degli studenti: i contenuti didattici e di nuova generazione risultano sicuramente più efficaci”, ha detto l’esperto.
E ancora: “In particolare, i docenti dovranno imparare l’utilizzo di nuovi strumenti, così come gli studenti stessi quali dovranno acquisire competenze che gli consentiranno di comprendere meglio le dinamiche del mondo di oggi e del prossimo futuro”.
“Ci sono diverse applicazioni che consentono già da adesso di creare esperienze immersive nell’ambito della didattica: docenti e studenti possono collaborare nella creazione di contenuti didattici immersivi: parliamo di esperienze accessibili e ovunque realizzabili, anche attraverso una semplice connessione internet e una piattaforma Cloud”.
Ad oggi, le app che permettono di utilizzo del Metaverso a scuola non sono tantissime: “Le applicazioni saranno sempre di più, grazie all’evoluzione dei processi di creazione dei contenuti. Al momento, questo è possibile con sistemi basati sulla fotocamera; domani sarà possibile utilizzando l’intelligenza artificiale”.
“Noi oggi utilizziamo tutta una serie di dispositivi per portare questi contenuti e queste esperienze nelle classi: parliamo prima di tutto di smartphone, che sono sicuramente lo strumento più diffuso per accedere facilmente a questi contenuti. Ci sono però anche altri dispositivi, come appunto quelli di realtà virtuale: visori di realtà aumentata, dai costi attualmente un po’ lontani dalle tasche di tutti ma che si stanno abbassando sempre di più. E nel prossimo futuro avremo dispositivi sempre più compatti sempre più vicini agli occhiali che utilizziamo tutti i giorni. Per esempio, ci consentiranno di accedere ai contenuti in maniera più veloce e più immersiva”.
I tempi di attuazione del Metaverso? “Non sono lunghissimi – replica Terenzi – , ma neanche brevissimi: colossi come Microsoft, per esempio, hanno fatto un passo indietro rispetto allo sviluppo dei dispositivi particolarmente promettenti dal punto di vista tecnologico: secondo me, questo significa che il tempo non è ancora maturissimo”.
“Apple, comunque, ha già un piano per introdurre nel mercato un tipo di smart glass basato sulla tecnologia degli iPhone, che consentirà di creare e accedere a contenuti di realtà aumentata e virtuale in maniera più semplice: parliamo di un arco temporale di pochi anni”.
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