Apprendere per episodi. Ovvero per unità minime. Ecco in tre parole cos’è la metodologia EAS. E dovendo aggiungere un dettaglio, l’attenzione cade sulla S dell’acronimo che sta per “situato”. Episodi di apprendimento situato, contestualizzato, incentrato su un problema specifico, su una pratica che comporti una vera e propria azione didattica.
Elio Damiano, pedagogista e professore ordinario di Didattica generale presso l’Università di Parma, attribuisce il valore della metodologia EAS nell’azione didattica e nella pratica, fatte di attrezzi e ausilii didattici, che per il pedagogista hanno una valenza notevolmente superiore rispetto alla teoria, in quanto nel fare, nell’agire, nel manipolare troviamo la fonte naturale della conoscenza e dell’apprendimento.
Il docente conclude l’EAS con una breve lezione in cui ricapitola i concetti-chiave, fornisce indicazioni per lo studio ed ulteriori approfondimenti.
Quale ruolo del docente? La metodologia EAS si aggangia alla pratica della mediazione didattica e all’insegnante facilitatore di cui abbiamo parlato in precedenza. In altre parole, l’insegnante è colui che offre la cornice entro cui lavorare, mettendo a punto l’episodio su cui l’alunno sperimenterà il proprio apprendimento in autonomia.
"Nelle more dell’emissione della nota M.I.M. sui termini, modalità e presentazione delle domande, da parte…
Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una settantina di studenti di tre…
L’insegnante e scrittore Christian Raimo ripercorre con ‘La Tecnica della Scuola’ i motivi che hanno…
La rivista online La Scuola Oggi ha organizzato un dibattito pubblico sul tema “Aggressioni in…
In occasione della Giornata della Sicurezza nelle Scuole, il Ministero dell’Istruzione e del Merito d’intesa…
Nelle scuole della provincia autonoma di Trento sta per arrivare una grande novità: come annunciato…