Apprendere per episodi. Ovvero per unità minime. Ecco in tre parole cos’è la metodologia EAS. E dovendo aggiungere un dettaglio, l’attenzione cade sulla S dell’acronimo che sta per “situato”. Episodi di apprendimento situato, contestualizzato, incentrato su un problema specifico, su una pratica che comporti una vera e propria azione didattica.
Elio Damiano, pedagogista e professore ordinario di Didattica generale presso l’Università di Parma, attribuisce il valore della metodologia EAS nell’azione didattica e nella pratica, fatte di attrezzi e ausilii didattici, che per il pedagogista hanno una valenza notevolmente superiore rispetto alla teoria, in quanto nel fare, nell’agire, nel manipolare troviamo la fonte naturale della conoscenza e dell’apprendimento.
Il docente conclude l’EAS con una breve lezione in cui ricapitola i concetti-chiave, fornisce indicazioni per lo studio ed ulteriori approfondimenti.
Quale ruolo del docente? La metodologia EAS si aggangia alla pratica della mediazione didattica e all’insegnante facilitatore di cui abbiamo parlato in precedenza. In altre parole, l’insegnante è colui che offre la cornice entro cui lavorare, mettendo a punto l’episodio su cui l’alunno sperimenterà il proprio apprendimento in autonomia.
Sulle riforme del ministro Valditara si sta creando un movimento contrario che sempre di più…
Alla vigilia dell’undicesima edizione di Didacta Italia, in programma dal 12 al 14 marzo alla…
Una delle domande più ricorrenti che giungono alla nostra redazione, riguardante i percorsi abilitanti 60…
Lunedì 3 marzo ha preso il via la somministrazione delle Prove nazionali Invalsi, un appuntamento…
Come molti sanno, da qualche giorno è iniziato il Ramadan, il mese sacro per le…
A far data dall’anno scolastico 2016/2017 la L. 107/2015, all’art. 1, c. 64, ha stabilito…