A oltre 150 anni dalla nascita, Maria Montessori non ne vuole proprio sapere di invecchiare e la sua immagine sempreverde, oltre che sui biglietti delle vecchie, care, mille lire, campeggia in molte scuole secondarie di primo grado italiane. Sì, perché in questi ultimi anni, oltre che nelle scuole dell’infanzia e primarie, il metodo Montessori sta avendo un certo successo anche alle medie. La convenzione del 7 ottobre 2022 tra il Ministero dell’Istruzione e l’Opera Nazionale Montessori regolamenta, infatti, l’istituzione di percorsi scolastici nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria secondo il metodo ideato dalla pedagogista marchigiana, ma alle medie il progetto è ancora in fase sperimentale.
L’edizione di Milano del quotidiano La Repubblica ci informa che anche all’Istituto comprensivo Riccardo Massa di Milano è suonata la prima campanella del nuovo anno scolastico. Questa scuola della periferia nord-ovest di Milano vanta un primato: è la capofila della rete italiana, composta da circa 25 scuole sparse su tutto il territorio, che sta sperimentando il metodo Montessori alle medie.
Intervistata da Io Donna, il supplemento del Corriere della Sera, la preside del Riccardo Massa dichiara di avere adattato, ampliato e attualizzato il metodo. Per quanto riguarda le medie, infatti, Maria Montessori non ha dato indicazioni precise e organiche come per la primaria, ma solo linee guida generali. Fissando però dei paletti precisi. Ad esempio, come spiega al Corriere il presidente dell’Opera Nazionale Montessori, quello che l’adolescente va considerato come un neonato sociale, perché per la prima volta nella sua vita si rende conto di far parte di una comunità che sta scoprendo, un mondo esterno alla famiglia. Come inserirsi in questo nuovo contesto? Altra idea imprescindibile, non tenere gli studenti sempre in classe ma far conoscere loro il luogo in cui vivono, sviluppando progetti interdisciplinari spesso all’aperto. Il movimento è un mezzo potentissimo per imparare. Al Riccardo Massa una settimana all’anno ci si trasferisce in una struttura in campagna, dove gli studenti si gestiscono e cucinano. Vanno alla scoperta del posto, fanno osservazioni botaniche, ricerche. Ci sono anche iniziative nel quartiere, come la collaborazione con il Centro diurno disabili di zona.
Maria Montessori è stata un’antesignana, aggiunge la dirigente del Riccardo Massa di Milano, ha detto che l’adolescenza è un momento esplosivo di costruzione del cervello; le neuroscienze, parecchi decenni dopo, l’hanno confermato. Da questo spunto nasce il “compromesso urbano Montessori”, un modello adattato all’attuale realtà. Nella scuola media Montessori niente lezioni frontali, sì ai ragazzi protagonisti del loro apprendimento secondo un piano di lavoro individuale, tanta interdisciplinarietà e pedagogia del luogo, cioè attività all’esterno. In questa fascia d’età l’esperienza è fondamentale per apprendere.
I test Invalsi premiano il metodo: secondo quanto dichiarato dalla preside al quotidiano milanese, i risultati delle sezioni Montessori sono superiori a quelli generali della scuola, che sono a loro volta superiori a quelli della Lombardia.
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