Un disturbo dissociativo si manifesta quando un organismo è incapace di portare a unità il suo essere.
Il ministero dell’istruzione è affetto da tale patologia. La documentazione che richiede alle scuole per pubblicizzare l’evoluzione della loro offerta formativa ne è un inequivocabile sintomo: i documenti che ha prodotto sono stati concepiti al di fuori della cornice legislativa.
Le falserighe di compilazione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa, del Rapporto di AutoValutazione, del Piano Di Miglioramento, della Rendicontazione Sociale lo certificano.
Questo scritto non revisiona l’operato del ministero: propone i punti salienti di una gestione delle scuole, fondata sulla razionalità, sulla scientificità e sul rispetto della legge, fedele e rigoroso sviluppo del DPR 275/99.
Il Governo, organo esecutivo dello Stato, ha la responsabilità di dar attuazione alla volontà del legislatore. Nel caso in esame ha il compito di realizzare “La piena attuazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche”.
Il significato di autonomia è scolpito nella legge. Essa “Si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento”.
Progettazione, educazione, formazione e istruzione sono le parole chiave: il primo termine stabilisce la strategia operativa, i rimanenti specificano l’orientamento del sistema scolastico; tre sono i livelli del suo sviluppo.
La norma utilizza tre associazioni per precisare il significato dei traguardi di sistema: l’educazione riguarda lo “Sviluppo della persona umana”, la formazione mira all’adeguamento del comportamento dei giovani “Ai diversi contesti”, l’istruzione” è correlata al “Processo di insegnamento apprendimento”.
Nitida e incontrovertibile appare la sovrapponibilità con la struttura organizzativa prevista dal TU del 94:
Il Consiglio di Circolo/Istituto, che approva il piano triennale, sovraintende alla funzione formativa “elaborando e adottando gli indirizzi generali” e deliberando i “criteri generali della programmazione educativa”.
Il Collegio dei docenti “cura la programmazione dell’azione educativa”: la sua dipendenza dal Consiglio risalta nelle formulazioni “criteri generali” e “azione”.
Il Consiglio di classe coordina gli insegnamenti per orientarli verso i traguardi elaborati dal Collegio dei docenti. Questi, strutturando i contenuti disciplinari, ideano, realizzano e gestiscono materiali didattici sia per rispondere alle richieste collegialmente selezionate, sia per trasmettere una corretta immagine della materia insegnata.
Riformulando:
Il Consiglio di Circolo/Istituto ha responsabilità strategiche: opera nel lungo periodo.
Il Collegio dei docenti vive nel lungo e nel medio periodo con funzioni strategiche e tattiche.
Il Consiglio di classe lavora nel medio e nel breve periodo con funzioni tattiche. E’ posto alla base della piramide organizzativa, come organo esecutivo.
Tre sono i traguardi, tre sono gli organismi collegiali, unica la strategia: la progettazione.
Si tratta di un procedimento rigoroso che, analizzato il campo del problema e puntualizzati gli esiti attesi, affronta la fase ideativa ed elaborativa che conduce ai risultati: dalla loro comparazione con le aspettative inizia il processo del feed-back.
Il feed-back è la chiave di volta dell’architettura scolastica.
La condizione necessaria per il suo funzionamento è l’enunciazione dei traguardi in una forma che consenta la loro oggettiva osservabilità.
Le generiche, descrittive formulazioni ne annienterebbero l’efficacia.
Si ricorda che la legge prescrive al Collegio dei docenti di capitalizzare lo scostamento risultati attesi-risultati ottenuti per migliorare il servizio; norma mai applicata, nel silenzio generale.
Un’esemplificazione può essere chiarificatrice.
La progettazione formativa
Ha inizio con la consegna, da parte del Consiglio di Circolo/Istituto, al dirigente dell’elenco delle competenze generali che devono qualificare il Piano dell’Offerta Formativa, corredato con le indicazioni sui “criteri generali della programmazione educativa”: esprimono i criteri d’approvazione del documento di pianificazione.
Il dirigente, esperiti tutti i contatti, formalizza l’orientamento del sistema scuola.
Si supponga che due traguardi, siano: “Saper sostenere una propria tesi e saper ascoltare e valutare criticamente le argomentazioni altrui” [Cfr Profilo culturale educativo e professionale dei licei]; “Operare per obiettivi e per progetti” [Cfr progetto Mercurio MPI].
La progettazione educativa
Il Collegio dei docenti ha il compito di orientare l’attività didattica, per promuovere i comportamenti elaborati dal Consiglio.
La sua mission inizia con l’individuazione delle capacità sottese alle competenze generali, stelle polari per l’attività docente.
La capacità di argomentare è, nel caso della prima competenza generale sopra riportata, il riferimento; è da processualizzare, per evitare ambiguità:
Definire l’obiettivo – Formulare ipotesi significative/elencare i dati necessari – Riconoscere/assumere punti di vista diversi – Costruire concatenazioni causa-effetto per pervenire a coerenti conclusioni – Formalizzare il ragionamento – Registrare puntualmente tutte le azioni/decisioni prese nel corso dello sviluppo di un progetto.
Sottesa alla seconda competenza generale è la capacità di progettare; implica i seguenti comportamenti:
La definizione del campo dell’indagine e l’obiettivo – Il riconoscimento delle parti componenti – La precisazione della struttura del campo del problema (relazioni tra sottoproblemi) – La risoluzione separata dei sottoproblemi – L’ottenimento della soluzione attraverso l’unione delle parti – La validazione/il miglioramento del prodotto.
La progettazione dell’istruzione
Il Consiglio di classe, che conosce le necessità degli studenti, seleziona e integra le indicazioni del Collegio; individua i comportamenti da promuovere. Gli esiti dei lavori di classe saranno oggetto del prossimo incontro.
La progettazione dell’insegnamento
La messa a punto del materiale didattico è facilitata dalla corrispondenza tra il metodo disciplinare e le capacità processualizzate. [In rete “Laboratorio di matematica: Pitagora” e “Laboratorio di matematica: Archimede” possono essere d’esempio].
Per garantire la consistenza della pianificazione elaborata dalle scuole si deve predisporre un’articolata struttura di controllo:
Antecedente che soppesa la fattibilità e la coerenza regolamentare del PTOF. Superato l’esame, si trasmettono all’Invalsi le competenze generali previste nel documento.
Concomitante che osserva l’evolversi dei processi d’apprendimento e li monitorizza. Incombenza che, come sopra ricordato, è a carico del Collegio dei docenti.
Susseguente che determina l’efficacia dell’attività svolta. I test Invalsi, che sondano il livello d’acquisizione delle competenze generali, rientrano in questa categoria.
Controllo dell’evoluzione che esamina la coerenza e la persistenza nel tempo della validità degli obiettivi e della struttura per riscontrare la validità del disegno complessivo.
Riformulando: per governare il sistema scuola è necessario agire nella fase d’ideazione e di specificazione dei risultati attesi (organi ministeriali periferici), in quelle dello svolgimento e dell’applicazione delle strategie gestionali (Cfr T.U. 297/94 art. 7 lettera d), della misurazione e della valutazione degli scostamenti dei risultati conseguiti con gli obiettivi programmati (Invalsi) e, infine, collocando l’assetto generale nel lungo periodo per valutarne dinamica e adeguatezza (Consiglio di Circolo/Istituto).
Enrico Maranzana
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