Se in autunno tornerà il coronavirus, nella fase più acuta come è stato per tutto l’inverno e la primavera, le linee guida, i progetti e le indicazioni sul rientro in classe potrebbero diventare carta straccia.
Infatti, stiamo seguendo con attenzione il dibattito sulla riapertura delle scuole che è più vivo che mai, anche a causa del ritardo delle indicazioni del Ministero che ancora non ha diffuso le linee guida annunciate già da tempo.
Ma se il quadro epidemiologico dovesse essere ben diverso da quello attuale e soprattuto da quello prospettato per le prossime settimane, il mondo della scuola dovrà fare i conti con i problemi legati al contagio: come già sono state chiuse le scuole dallo scorso marzo, è evidente che nell’ipotesi prospettata di un ritorno alle misure di lockdown, allo smartworking e alla didattica a distanza, tutte le indicazioni e le ipotesi per il rientro potrebbero decadere da un giorno all’altro.
E’ chiaro che non è possibile sapere cosa accadrà a settembre-ottobre sin da adesso. Ma gli esperti sembra si dividano in due “fazioni”: quella degli ottimisti, sicuri che il coronavirus sta cambiando forma verso la risoluzione e quelli che, nonostante i risultati incoraggianti delle ultime settimane, non vedono i miglioramenti come una vera e propria uscita dallo stato di emergenza e che anzi, non escludono affatto il ritorno del covid 19 dal prossimo autunno, quando le temperature torneranno a scendere e a facilitare il virus.
Della prima fazione, quella degli ottimisti, c’è sicuramente il primario del San Raffaele Alberto Zangrillo. Nell’intervista rilasciata al gruppo di quotidiani La Nazione-Il Carlino-Il Giorno, riportata anche dall’agenzia AGI, si mostra piuttosto ottimista: “Il lockdown è stato efficace, anche se drammatico per l’economia. Però se continueremo a comportarci bene, se seguiremo le norme igieniche che ben conosciamo, sono certo di una cosa: a fine mese, almeno all’aperto, faremo a meno delle mascherine“.
Il medico invita quindi all’ottimismo dato che, a suo modo di vedere, in questi mesi, “gli italiani sono già stati terrorizzati abbastanza. E soprattutto disinformati“.
Non è proprio d’accordo il professor Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare all’Università di Padova, che invece analizza i dati attuali da un altra prospettiva, lanciano dei dubbi sull’autunno: “Stiamo perdendo un’occasione: dovevamo sfruttare le temperature alte, nei giorni in cui il virus fatica maggiormente a circolare, per avvicinare allo zero la sua presenza. Invece, la discesa si è fermata“. E poi aggiunge: “Pare evidente che il virus è sensibile al fattore climatico” motivo per cui questo fa aumentare i timori per l’autunno-inverno quando “tornerà il freddo e la situazione climatica sarà favorevole a Sars-CoV-2”.
E’ chiaro che ci auguriamo che il quadro prospettato dal professor Crisanti non si verifichi, ma non bisogna sottovalutare questa ipotesi.
Ci sta pensando il Ministero dell’Istruzione ad un “piano B” da tenere magari nel cassetto solo in caso di necessità? C’è stata, da parte di viale Trastevere, la trascrizione e conseguente analisi, di tutte le criticità legate al periodo dell’emergenza?
Quest’anno siamo stati presi alla sprovvista tutti quanti. Ma, dato che non vi è certezza sul futuro, ci auguriamo che le contromisure, sempre in caso di sviluppi negativi, stavolta siano adeguate.
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