Arriva dal Meeting di Rimini la nuova speranza per tanti lavoratori attorno ai 60 anni d’età: per il ministro del Lavoro Giuliano Poletti la riduzione dell’età pensionabile serve a creare occupazione.
Poletti ha ammesso che occorre mettere mano agli effetti negativi della Legge Fornero: “è un problema che esiste e che stiamo osservando da tempo”, dice rispondendo a margine del ad una domanda sulle proposte della Cgil postagli il 26 agosto.
“E’ ovvio che aver innalzato seccamente l’età pensionabile ha inevitabilmente ridotto il turn over, ridotto la possibilità per i giovani di entrare al lavoro”, ha sottolineato il responsabile del dicastero del Lavoro.
“Adesso – aggiunge – dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra la legittima giusta esigenza di avere flessibilità in uscita e dall’alta parte la modalità per realizzare questa operazione perchè sappiamo che c’è un tema di compatibilità economiche e quindi di priorità. Nella Legge di Stabilità come sapete c’è una serie importante di obiettivi per cui bisogna trovare una scala di priorità: lo spirito è quello di fare una operazione che aiuti i giovani a entrare al lavoro”.
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Prende sempre più sostanza, quindi, la possibilità di vedere tradotto in legge uno dei ddl, come quello a prima firma di Cesare Damiano, che intende favorire l’uscita anticipata dal lavoro: il prezzo da pagare sarebbe non indifferente, visto che è allo studio una decurtazione dell’assegno di quiescenza pari all’incirca al 3% per cento per ogni anno di uscita anticipata.
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