Categorie: Politica scolastica

Il Ministro disinformato sostiene che la chiamata diretta non c’è più

Dopo l’approvazione della riforma della scuola da parte del Senato, mediante un contestatissimo voto di fiducia, gli insegnanti della scuola pubblica italiana non demordono e continuano a manifestare, in tutte le forme possibili,  il loro totale dissenso.
Lo hanno fatto anche oggi , in modo civile e composto, durante la Festa dell’Unità di Roma, dove il ministro della Giustizia Andrea Orlando si è confrontato, in un interessante dibattito, con il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.
Il ministro Orlando ha dato la sua disponibilità, a margine del dibattito con la Camusso, ad ascoltare le proteste, confrontandosi da vicino con un gruppo di professoresse e dando così vita a uno scambio di opinioni ripreso con un video da Repubblica TV. Il responsabile di via Arenula è stato messo in difficoltà dalle domande incalzanti delle insegnanti e non ha saputo rispondere alle loro domande.
Quando gli è stato chiesto se reputasse giusto il fatto che un dirigente scolastico avrebbe potuto scegliere gli insegnanti, Orlando ha chiaramente detto: “Non c’è più la chiamata diretta nell’ultima versione, il testo è stato modificato”, le insegnanti presenti ironizzano,  dicendo che forse sono loro ad essere disinformate e che evidentemente sono rimaste un po’ indietro. Nel video di Rep TV, abbiamo visto un ministro frastornato, disinformato e forse anche molto imbarazzato, probabilmente turbato anche dal confronto avuto poco prima con Susanna Camusso.
Pare  comunque molto grave, che, un ministro della Repubblica appartenente ad un governo che ha appena approvato al Senato una riforma sulla scuola, non sappia che la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici esiste, e partirà già con la mobilità per l’anno scolastico 2016-2017. Negare che la chiamata diretta non c’è più, è una gaffe che non fa onore al Ministro Orlando, che si dovrebbe assumere, fino in fondo, la responsabilità  politiche di tutte le norme condivise e portate avanti dal suo partito e dal suo governo. Ci piacerebbe sentire dal ministro della Giustizia, una rettifica sulla sua errata dichiarazione, spiegando cosa volesse dire con il fatto che la chiamata diretta non c’è più.

Lucio Ficara

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